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Dall’acqua si nasce e con l’acqua si rinasce
Simboli e culti legati al prezioso elemento
Oggi piove e ne sono felice. Il caldo a volte aumenta la pressione del ritmo quotidiano nel fare e nel pensare. L’acqua placa gli animi, pulisce l’aria, i gatti si rintanano in casa e sonnecchiano. Pace, amen.
Forse non per nulla nelle varie religioni l’acqua ha un’importanza considerevole. Simbolismi e culti vengono declinati differentemente, ma hanno come minimo comun denominatore quattro ambiti, ossia la vita, la morte, la rinascita e la purificazione.
Nell’immaginario comune universale, la vita prende forma nelle isole che emergono dalle onde, così come in molti miti della creazione del mondo l’acqua è associata alla sorgente di vita e per analogia alla fecondità femminile. Infatti un nascituro si sviluppa nell’acqua dell’utero materno.
La pioggia è vista come un regalo del cielo.
Il fiume è spesso utilizzato in poesia quale metafora del trascorrere della vita.
Troppa abbondanza d’acqua però crea svantaggi, se non tragedie. La morte colpisce uomo e natura laddove vi sono innondazioni e tsunami.
Le acque paludose possono essere veicolo di malattie, di pericoli e l’immaginario umano ci intravvede mostri di ogni genere.
Storicamente, nel Medioevo, i luoghi di suicidio come i pozzi venivano considerati porte dell’inferno e venivano perciò abbandonati.
Dopo la morte il concetto di rinascita preme. L’acqua che bagna il terreno lo rende fertile ad ogni coltivazione. Tra le prime civiltà sedentarie agricole vi è la Mesopotamia che nasce proprio tra il fiumeTigri e l’Eufrate e dall’abbondanza di nutrimento portata dalle loro acque. Senza di esse non vi sarebbe stata possibilità di produrre ciclicamente grandi quantità di cibo e di favorire lo scambio tra popoli.
L’utilizzo dell’acqua come elemento di purificazione rituale ricorre in molte culture antiche.
Sin dalle civiltà antiche fino ai giorni nostri le sorgenti erano considerate luoghi sacri, nonché mezzi utili al benessere fisico con potenzialità terapeutiche. Così ninfe e altre creature soprannaturali investite di proprietà di guarigione e di buon auspicio prendono vita nelle acque. L’usanza tutt’ora in vigore di gettare monete nelle fontane perpetua l’idea di un’offerta simbolica alle divinità dell’acqua concepite capaci di esaudire i desideri umani.
Nel cristianesimo troviamo l’acqua in particolar modo nel battesimo e nelle benedizioni.
Nel battesimo, l’acqua ha una duplice funzione, purificatrice e di salvezza. Dal greco “baptismos”, battesimo significa “immergere”.
Esso può avvenire “per immersione integrale” in uso nelle Chiese Orientali e nella liturgia ambrosiana; “per infusione” cioè versando acqua sulla testa del battezzando (generalmente usata dal XV secolo nella Chiesa Occidentale); “per aspersione” (gettando acqua gettata sulla persona del battezzando, in casi particolari).
Per quanto riguarda le benedizioni, l’acqua è considerata sorgente di vita. In associazione all’aria e alla luce è uno degli elementi essenziali del cosmo. Con l’acqua benedetta possono essere benedetti persone, luoghi e oggetti, cioè viene invocata su di essi la protezione del Signore.
Infine, le varie fonti sante, quella di Lourdes per citarne una, sono luoghi prediletti e segni indelebili della presenza divina.