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Nel ricordo di Giorgio Dordi
La scomparsa dello storico segretario dell’Opera pellegrinaggi
L’Azione cattolica e l’Unione femminile ricordano con affetto Giorgio Dordi, storico segretario dell’Opera diocesana pellegrinaggi (ODP), morto a 76 anni il 16 agosto scorso, festa di san Rocco, il santo pellegrino per eccellenza. Aveva iniziato la sua attività quando l’ODP faceva ancora parte dell’Azione cattolica, nella sede di via Nassa. Aveva vent’anni quando l’assistente di AC mons. Alfredo Leber e il suo vice don Guglielmo Maestri lo avevano assunto per un lavoro che è durato cinquant’anni, dal 1966 al 2015, svolto con scrupolo e precisione, tanto che se i pellegrinaggi diocesani – soprattutto a Lourdes quando vi partecipavano quasi un migliaio di persone – si svolgevano senza intoppi, era merito suo.
Negli anni del suo lavoro ha collaborato con diversi membri di comitato ed è entrato in contatto con la maggior parte dei preti della diocesi e con numerosissimi fedeli che, iscrivendosi ai vari pellegrinaggi, trovavano nel segretario accoglienza, cordialità e persino una buona parola di ascolto, soprattutto se malati o anziani.
Toccanti e vere le parole che ha rivolto don Nicola Zanini durante i funerali, e che possono essere rilette nel sito catt.ch (www.catt.ch/newsi/ieri-18-agosto-i-funerali-di-giorgio-dordi-lomelia-di-mons-nicola-zanini/). Ne riportiamo un estratto: “Negare che Giorgio non sia stato uomo di relazione sarebbe una bestemmia. Relazione con Dio, ma fedele, ad esempio alla messa domenicale, quasi sempre al Cristo risorto. Potesse dirmi qualcosa ora mi direbbe, «su fa in presa che ghem da na a bev el prosecchino»; fede dunque per nulla sdolcinata e bigotta. Relazione con Dio, ma soprattutto relazione di amore e di un cuore «grande come una casa» verso la fedelissima Rosanna e per la sua Roberta. Poi a cascata, ovviamente, quando sono arrivati, verso il cognato Andrea, e i suoi adorati Dario, Michele, Eleonora e Giulio. Ogni volta, soprattutto negli ultimi anni di malattia, ci diceva: chissà se potrò vedere nascere i miei nipotini! È stato esaudito 4 volte. Come, penso, sia stato esaudito l’altro giorno, addormentandosi serenamente dopo aver passato il pranzo con Rosanna, senza la pena, possibile per la sua malattia, di dover lasciare questo mondo stentando a respirare. Quante cose potremmo raccontarci per dire la capacità di relazione e dunque il «cuore di carne» di Giorgio”.
Alla moglie Rosanna e ai famigliari tutti, la vicinanza delle nostre associazioni nel ricordo e nella preghiera.