Sospendiamo i campi, riscopriamo la nostra identità

Sospendiamo i campi, riscopriamo la nostra identità

AC: un anno di intensa spiritualità e formazione ecclesiale


L’Azione cattolica in Ticino si prende una pausa di riflessione. Una pausa dalle numerose attività che finora hanno caratterizzato la proposta rivolta a giovani e ragazzi, per ripensare a sé stessa, alla sua identità, al suo ruolo e al suo compito nella Chiesa di Lugano. Ma soprattutto per offrire ad aderenti e simpatizzanti, animatori e responsabili, a persone in ricerca e a coloro che sentono il bisogno di dare risposte alle domande che risuonano nel proprio cuore, momenti di silenzio, di confronto reciproco, di approfondimento di quella fede che sentono vibrare dentro di sé, ma alle quali non riescono a dare una risposta a causa del frastuono da cui sono circondati.

Sarà un anno particolare il 2020. È iniziato con due notizie che hanno rimesso in discussione il senso del nostro stare insieme e provocato un confronto aperto e sincero all’interno del Consiglio diocesano e con il vescovo Valerio: don Samuele Tamagni e don Giustino Petre hanno rassegnato le dimissioni da assistenti del settore giovani e ACR. Dimissioni che nascono da un clima negativo che si era venuto a creare soprattutto all’interno del settore giovani. Clima ritenuto insanabile senza una presa di posizione forte.

Il vescovo le ha accettate cogliendo l’occasione per riproporre una riflessione seria sull’identità dell’Azione cattolica, sulle sue finalità e sul modo di rapportarsi tra responsabili diocesani. Da qui nasce l’invito, che l’Ufficio di coordinamento ha condiviso pienamente, di sospendere per un anno i tradizionali campi che i settori giovani e ragazzi proponevano, per dedicarsi esclusivamente ad un cammino formativo unitario e aperto a tutti, aderenti e simpatizzanti, incentrato sulla riscoperta di ciò che costituisce l’essere Azione cattolica: luogo ecclesiale educativo e formativo per laici cristiani. 

È una decisione sofferta e grave, certamente dolorosa, perché significa rinunciare ad attività che hanno permesso in questi anni di avvicinare numerosi giovani, ragazzi e famiglie. Ma è una decisione necessaria per riprendere con slancio e motivazioni nuove un cammino che rischiava di condurre su sentieri senza meta. 

Al centro della proposta formativa di quest’anno, rivolta a giovani e adulti, ci saranno una serie di importanti iniziative. Innanzitutto, il rapporto diretto e costante con la Parola di Dio, nostro primo punto di riferimento: avverrà con l’appuntamento settimanale del Club del Vangelo, che per ora si tiene a Lugano tutti i mercoledì alle ore 18 al Centro San Giuseppe, ma che potrà essere riproposto in qualsiasi altra località del Cantone. 

Poi, è prevista una due giorni ad Oropa, santuario caro al beato Piergiorgio Frassati, modello per i giovani di Azione cattolica per il suo impegno sociale, politico e accanto ai poveri. 

Sono anche in programma alcuni incontri pubblici (il primo si è tenuto il 30 gennaio scorso su “Chiesa e informazione in Ticino: come e cosa comunicare”) incentrati sul passaggio epocale (per usare un termine caro a papa Francesco) che sta vivendo la Chiesa (il 20 febbraio con Alberto Porro e il 6 marzo con Luca Diotallevi). 

Inoltre, l’Ufficio di coordinamento sta predisponendo una serie di appuntamenti sull’identità dell’Azione cattolica e il suo servizio all’evangelizzazione, che completeranno la partecipazione alle iniziative pastorali proposte in diocesi col vescovo (in particolare gli incontri che regolarmente si tengono con i giovani). 

Tutti gli animatori sono invitati a partecipare e dare il proprio contributo alla realizzazione di queste iniziative: è soprattutto a loro che ci rivolgiamo affinché il clima di amicizia instaurato in questi anni possa proseguire e crescere in qualità e fraternità. Con loro si vorrebbe vivere un’intera settimana, questa estate, riflettendo sui temi che ci stanno a cuore, nella gioia dell’incontro e della condivisione. 

L’obiettivo principale sarà dunque di offrire occasioni di incontro con la persona di Gesù, perché insieme possiamo scoprire grazie a lui il senso vero della vita di ciascuno. Lo faremo imparando a pregare, a meditare, a confrontarsi l’un l’altro con spirito fraterno, a testimoniare l’amore che insieme si vive. 

Questo passaggio può essere considerato per l’Ac un momento di crisi, così come altri ne ha vissuti in passato lungo la sua storia. La volontà è però quella di cogliere questo passaggio come un’occasione per vivere una stagione nuova, di rilancio di un’esperienza vocazionale che vuole essere attenta alla realtà sociale ed ecclesiale nella quale è inserita.

Non possiamo non ringraziare comunque don Samuele e don Giustino per quanto hanno generosamente donato all’Ac in questi anni, così come ringraziamo di vero cuore anche don Pio Camilotto e don Carmelo Andreatta che nei mesi scorsi, per ragioni del tutto personali, avevano rimesso il mandato nelle mani del vescovo.