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Essere fratelli nonostante le differenze dottrinali
Ogni anno si celebra la settimana per l’Unità dei cristiani
Si prega sempre per l’unità dei cristiani. Ma quando avverrà?
Personalmente ritengo che l’unità sia già realtà, dove si accetta l’ordine di Cristo: “Che siano una cosa sola” (Giovanni 17, 8).
Una comunità che proclama Dio Padre e Figlio e Spirito Santo e Gesù, il Figlio fatto uomo per rivelarci che siamo tutti chiamati a vivere eternamente nel suo amore, è Chiesa. Le differenze dottrinali, che poi ci sono, non ledono l’unità fondamentale di questa fede comune. Ritengo dunque sorelle tutte le Chiese che si riconoscono in questa fede. Purtroppo questo riconoscimento vicendevole non c’è ancora e il fatto è gravissimo: come cristiani annunciamo l’amore e siamo tra noi divisi: ci troviamo nella situazione di un venditore di prodotti che fanno crescere i capelli, ma lui è calvo!! Il mio sogno è questo: che i responsabili delle varie Comunità cristiane si impongano l’un l’altro le mani per riconoscere la presenza di questo Spirito d’amore che ci affratella. Non esiste una Chiesa perfetta, mentre le altre sarebbero fasulle. Esistono dei cristiani che devono prendere coscienza che la loro unità, pur nelle diversità, è l’unica forza che possono presentare al mondo, se vogliono parlare in nome di Gesù, Figlio di Dio. Questa unità dovrebbe allora esprimersi nella frazione del Pane. Nel Pane eucaristico noi esprimiamo la nostra fraternità. Bisogna che le Chiese compiano un gesto di umiltà e di contrizione, riconoscendo che è il peccato che le ha divise. Già oggi una famiglia composta da un coniuge evangelico e uno cattolico può anticipare l’unità, partecipando alla liturgia e alla vita delle due Chiese. Un “matrimonio misto” non dovrebbe causare l’allontanamento della coppia da ogni vita religiosa, ma l’annuncio profetico di come dovrebbe essere la Chiesa del domani. O noi arriveremo a questa unità o spariremo. Ci vengono già oggi offerte delle statistiche che ci parlano di una progressiva sparizione del cristianesimo nel mondo. O siamo sale e luce per tutti o veniamo buttati fuori (Matteo 5,13-16). Mi auguro che chi mi legge avverta che la sua vocazione di battezzato è quella di incarnare il Vangelo dell’amore, affinché tutti vedano la bellezza della sua luce e rendano gloria al Padre dei Cieli (Matteo 5,16).