La generatività di Maria

La generatività di Maria

«In lei s’aduna/ quantunque in creatura è di bontade» (Dante)


La Madonna: una delle figure più importanti del Cattolicesimo. Maria di Nazareth è la donna più conosciuta al mondo, onorata anche in altre religioni, tra cui l’Islam, come madre di Gesù, un grande profeta mandato da Allah prima di Maometto.

Figura unica e irripetibile nella storia dell’umanità, secondo il cattolicesimo la Madonna fonde in sé, per grazia divina, ruoli antitetici e umanamente incompatibili: vergine e sposa, madre di Dio e della Chiesa, madre di tutti gli uomini.

«Per la sua missione altissima, che però non la estrae dalla condizione creaturale, Maria è la donna che esprime la superna vocazione dell’uomo: aprirsi a Dio che si rivela, in modo totale, accogliendolo in tutta la vita e lasciandosi plasmare in una prospettiva di superiore e inattesa bellezza. Nobiltà dell’umana natura Maria è ‘un capolavoro di bellezza umana, non ricercata nel solo modello formale, ma realizzata nell’intrinseca ed incomparabile capacità di esprimere lo Spirito nella carne, la sembianza divina nel volto umano, la bellezza invisibile nella figura corporea’. Privare il mondo di questa bellezza di nome Maria è contribuire a renderlo più povero».

Fin dagli inizi del cristianesimo il culto mariano è stato sempre presente nei fedeli, con formule e modalità diverse. Esso, tuttavia, è stato considerato per tanto tempo una devozione che scaturiva da una sovrabbondanza di affetto da parte di anime particolarmente innamorate di Maria. La teologia del Concilio Vaticano II ha dimostrato infine la fondatezza teologica e la convenienza spirituale del particolare rapporto del fedele con Maria, fondate sulla sua maternità universale. 

L’origine della nostra appartenenza a Maria va individuata nel rapporto specifico che intercorre tra madre e figlio. 

«Se spegni il sole come può la luna brillare?
Non togliere il Figlio alla Madre, le toglieresti tutto!
Il vangelo esige la Madonna col bambino o la Madre con il Crocifisso.
Maria è tutta per Gesù; splende tutta nel suo mistero.
Maria è la chiave per entrare nel cuore di Cristo; ella ci dice chi è veramente Gesù e quali sono le autentiche prerogative della sua salvezza.
Non si può staccare Maria dal mistero di Cristo, l’unico protagonista della nuova, eterna alleanza, di cui Maria è il primo e più bel frutto.»

In definitiva, possiamo dire che Dio stesso ci ha affidati a Maria rendendoci suoi figli. Che Maria sia nostra madre, in ordine alla grazia, fa parte del piano salvifico di Dio ed è quindi doveroso rispettarlo! «È veramente nostra madre, appunto perché fu vera discepola. Ciascuno di noi nella Chiesa la segua, tenuto per mano». Il fondamento biblico della maternità di Maria va ricercato nel quadro della crocifissione.

“Gesù allora, vedendo la madre e lì accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: “Donna, ecco tuo figlio!”. Poi disse al discepolo: “Ecco tua madre!”. E da quel momento il discepolo la prese nella sua casa”.

«Dalla croce, come a dire dal cuore stesso del mistero della redenzione, si estende il raggio e si dilata la prospettiva di quella benedizione di fede” che risalendo indietro fino alla disobbedienza di Eva che ha portato la morte nel mondo, “come partecipazione al sacrificio di Cristo, nuovo Adamo, diventa, in certo senso, il contrappeso della disobbedienza e dell’incredulità, presenti nel peccato dei progenitori».

Qui, ai piedi della croce, da Maria vogliamo raccogliere, insieme alla straordinaria ‘lezione’ di fede, anche una pennellata coi colori della speranza. Una speranza-certezza che la vita nuova inaugurata dalla resurrezione di Cristo possa essere vissuta in pienezza. Speranza che è rafforzata dal gesto di Gesù di affidarci tutti alle sue cure di madre.

«La madre di Cristo trovandosi nel raggio diretto di questo mistero (pasquale) che comprende l’uomo – ciascuno e tutti -, viene data all’uomo – a ciascuno e a tutti – come madre… Questa ‘nuova maternità di Maria’ generata dalla fede, è frutto del ‘nuovo’ amore, che maturò in lei definitivamente ai piedi della croce, mediante la sua partecipazione all’amore redentivo del Figlio».

Che Maria abbia accolto la sua maternità nei confronti del “discepolo” in modo cosciente è del tutto chiaro, ma è altresì chiaro che anche il discepolo accolse in modo cosciente questo suo nuovo rapporto con la madre di Gesù. Ne consegue, dunque, che, nel modo in cui Giovanni accolse Maria come madre, così ogni cristiano debba aprirsi a questa accoglienza e prendere Maria come sua madre.

«La Madonna non vuole che tu vada a Lei, ma per Lei a Dio».

Dio, nel suo progetto, l’ha voluta come mezzo efficace, via più breve per raggiungere Lui. Non più facile, non perché ci tenga lontano dalle prove, dalle difficoltà, ma è la via che Dio stesso ha percorso per manifestarsi al mondo. Consegnandoci a lei come docili figli, le consentiamo di renderci partecipi del mistero della sua pura e incondizionata accoglienza di Dio mediante la fede, la speranza e la carità. La salvezza, infatti, consiste nell’accogliere il Cristo nella nostra vita. L’esistenza di Maria è, in grado sommo, pura accoglienza di Cristo. E lei desidera accendere nei cuori dei figli la sua fede, speranza, carità… indispensabili per una vera e fruttuosa accoglienza di Cristo in noi. 

Per vivere, dunque, una vera devozione a Maria dobbiamo sviluppare due atteggiamenti di fondo: la fiducia e l’offerta.
Fiducia in Dio che ci ha affidato a lei per conseguire la salvezza e in Maria perché crediamo al suo amore e alla sua missione di madre.
Da qui scaturisce l’offerta a lei di noi stessi: riconoscendo la specificità della sua mediazione materna, ci affidiamo alla sua azione, sapendo che nelle sue mani nulla andrà perduto.  

Infine, l’appartenenza a lei, che ci ama personalmente e desidera la nostra santità, ci rende partecipi della sua missione universale: portare Gesù a tutti coloro che attendono di incontrarlo per essere felici.

O se gli uomini fossero consapevoli del dono straordinario della maternità spirituale di Maria!
“Più facilmente si sentirebbero fratelli, rinunciando all’odio e alla violenza per aprire il cuore al perdono delle offese ricevute e al rispetto senza riserve della dignità di ogni persona”.  «Cari fratelli, facciamo nella nostra povera storia, un po’ di spazio a Maria. Lei ci darà suo Figlio e soprattutto lo Spirito che dà l’amore. Allora sarà per noi veramente più bello il viaggio della vita.»