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Don Oreste Benzi fratello di tutti a fianco degli ultimi
La preghiera vissuta in semplicità, accoglienza e preghiera
Un sabato di tanti anni fa, alcune persone che conoscevo mi hanno invitato ad andare in Piemonte per incontrare una famiglia che aveva fatto dell’accoglienza il suo stile di vita.
Mi sono ritrovata in una realtà davvero speciale: una coppia che fin da fidanzati si erano aperti a vivere con persone con problemi, condividendo la quotidianità. Ora, da sposati con figli, avevano continuato su quel solco, aprendo la loro casa a bambini, ragazzi e adulti con problematiche varie (dall’handicap fisico, ai problemi mentali, alla dipendenza dall’alcool).
Prima che arrivasse l’ora del pranzo e rincasassero tutti, il capofamiglia passeggiava in giardino col breviario in mano, in piena serenità.
Via via la tavolata si è riempita e con semplicità è iniziato il pranzo.
Ecco il flash di quella situazione si potrebbe racchiudere in una parola: sobrietà. Tutto era essenziale: dalle stoviglie ai tovaglioli. Il pranzo era ottimo, non perché fatto di piatti ricercati ed elaborati, ma perché era all’insegna dell’attenzione delle persone, della relazione.
Sobrietà gioiosa è segno che viene da Dio e scaturisce da una vita intrisa di preghiera e contemplazione.
Questa famiglia apparteneva all’Associazione Papa Giovanni XXIII, fondata da Don Oreste Benzi.
Don Oreste Benzi nasce in Italia nel 1925, in quel di Rimini, sesto di nove figli, appartiene ad una famiglia povera. Nel 1945 diviene sacerdote, iniziando dapprima l’attività coi giovani, insegnando Religione nei licei.
Ma la sua attenzione è sempre più rivolta a chi si trova in difficoltà. Siamo alla fine degli anni Sessanta del secolo scorso, quando la sensibilità verso certe problematiche era ancora molto deficitaria.
Lui riesce a raccogliere i fondi per una Casa alpina sulle Dolomiti, dove dar vita a delle vacanze estive per gruppi parrocchiali. Una delle prime iniziative è quella a favore di un gruppo di disabili. Un’esperienza davvero all’avanguardia per quei tempi! E da lì è nata in lui l’idea di una comunità/ associazione per accompagnare il percorso di chi è in difficoltà.
“Seguire Gesù povero e servo che condivide direttamente la vita degli ultimi”.
La sua intuizione, direi santa ed illuminata, di aprire la casa a persone che una casa non l’avevano, è stata condivisa da altri che lo hanno sostenuto ed abbracciato quello stile di vita.
L’idea quindi di aprire Case – famiglia dove in un clima familiare si possano costruire relazioni sane, superare difficoltà, ed uscire da dipendenze.
Nasce così Casa Betania, nel 1973 a Coriano (Rimini). Per lui era giusto garantire ai minori e agli ultimi il diritto ad avere una famiglia.
Dà perciò vita alla comunità di recupero per tossicodipendenti; incontra i carcerati pensando a qualche soluzione per il loro reintegro nella società; dà avvio ad una casa di pronta accoglienza per adulti.
Ma la sua intuizione va oltre i confini italiani. Nel 1986 apre una casa-famiglia in Africa e poi via via in tutti i cinque Continenti.
Poi la sua missione si allarga ai senza fissa dimora, e successivamente alle donne vittime della prostituzione.
Nel 1998 la Comunità Papa Giovanni XXIII riceve il decreto di riconoscimento (ad experimentum) del Pontificio Consiglio dei Laici come Associazione Internazionale provata di fedeli laici di diritto pontificio (il riconoscimento definitivo arriverà nel 2004).
Ma Don Oreste non si ferma: si muove in difesa del diritto per la vita, promuovendo azioni di preghiera davanti alle cliniche dove si praticano gli aborti. Inoltre, capisce il pericolo delle devianze religiose creando il Servizio Antisette occulte.
Realizza il suo progetto di aprire una comunità educante dove i detenuti possano scontare la pena in modo alternativo.
Il 2 novembre 2007 muore. Profeticamente nella sua omelia preparata per quel giorno lui scrive: “Nel momento in cui chiuderò gli occhi a questa terra, la gente che sarà vicino dirà: è morto. In realtà è una bugia. Sono morto per chi mi vede, per chi sta lì. Le mie mani saranno fredde, il mio occhio non potrà più vedere, ma in realtà la morte non esiste perché appena chiudo gli occhi a questa terra mi apro all’infinito di Dio”.
Al suo funerale, celebrato nella Fiera di Rimini, partecipano 10.000 persone!
Ma la sua storia non finisce qui. La sua opera continua grazie all’associazione Papa Giovanni XXIII.
Dal carisma della Comunità oltre a Famiglie aperte all’accoglienza, Case di preghiera, Capanne di Betlemme per i senza fissa dimora, Case di Fraternità, Centri diurni, sono nati o sono promossi: 35 enti giuridici nel mondo, tra cui Cooperative sociali riunite nel “Consorzio Condividere Papa Giovanni XXII”; numerosi centri di lavoro; la ONG “Condivisione fra i popoli”.
Don Benzi ha saputo, ispirato da Dio, creare “un movimento di bene” che ha originato altro amore, come un’acqua che scorre, senza stagnare, che si ossigena e si rinnova. Tanti sono gli scritti che lui ha lasciato, ma le parole seguenti racchiudono un po’ il suo “essere per l’altro”:
“Ogni persona si sente dono nella misura che esiste per qualcuno. Se uno non esiste per qualcuno, in realtà è come se non esistesse. La vita allora è un canto nella misura che tu accogli, nella misura che tu sei dono. Quando voi non vi sentite più dono fate presto a invecchiarvi. Non guardate le punte dei vostri piedi, sentitevi sempre un dono senza fine.”
Ora il cammino verso il riconoscimento della santità è iniziato. Don Oreste è già stato nominato “servo di Dio”. La postulatrice ha raccolto molte e ricche testimonianze sulla sua vita esemplare.
Si possono chiedere grazie chiedendo l’intercessione di questo “prete divorato dalla carità” come lo ha definito qualcuno.
Preghiera
Ti adoriamo, Ti lodiamo e Ti ringraziamo per aver donato alla Chiesa il sacerdote, don Oreste Benzi.
In lui hai fatto risplendere la forte, fedele, premurosa tenerezza della Tua paternità, la gloria della Croce di Cristo e lo splendore dello Spirito d’amore.
Egli, confidando nella Tua infinita provvidente misericordia e nella materna intercessione di Maria, è stato per tanti Tuoi figli e figlie immagine viva di Gesù Buon Pastore;
ha insegnato con l’esempio a vivere secondo il comandamento nuovo della carità e ha indicato la santità come misura della vita cristiana e strada per giungere alla beata ed eterna comunione con Te.
Concedici per sua intercessione, secondo la Tua volontà,
la grazia che imploriamo, nella speranza che nella Tua santa Chiesa egli sia esempio di santità e nella Comunione dei Tuoi Santi per l’edificazione del Tuo Regno.
Amen.