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Le coperte colorate di don Roberto
Con il “Progetto Tam Tam” le arti sobrie arrivano lontano
Lavorare a maglia per “aggiustare” il mondo. Lo stanno facendo centinaia di donne, dalla Valtellina al comasco al Canton Ticino: realizzano quadrotti di lana, delle dimensioni di cm 15×15, che poi vengono assemblati in coperte destinate ai senzatetto di Don Roberto Malgesini, il Sacerdote di Strada ucciso a Como il 15 settembre 2020.
L’iniziativa benefica è nata a Morbegno, in Valtellina, all’interno del “Progetto Tam Tam”, con l’approvazione della famiglia del Sacerdote ucciso.
Lavorare a maglia, filare la lana, rammendare: arti sobrie. Sulla tunica di San Francesco conservata ad Assisi ci sono 31 rammendi, alcuni dovuti (secondo gli storici) a Santa Chiara. Una curiosità: oggi sono soprattutto le donne a lavorare a maglia, ma non sempre è stato così. Alla fine del 17° secolo Pietro il Grande, Zar di Russia, fece un viaggio in Europa, dove il lavoro a maglia si era sviluppato, specialmente nelle nobili casate; egli stesso imparò a fare con gli aghi le calze di lana, che nel suo Impero erano sconosciute. Al ritorno portò con sé la tecnica e la diffuse, conservando l’abitudine di sferruzzare durante i ricevimenti di corte.
Lavorare a maglia è un meraviglioso scacciapensieri: occupa la mente quel tanto che basta per impedirle di preoccuparsi. E nel caso dei quadrotti per Don Roberto intrecciare i fili evoca il tentativo di “aggiustare la vita”, cioè di renderla meno ingiusta, affinchè chi soffre trovi consolazione e dignità.
Ormai si è perso il conto delle coperte realizzate, solo in Valtellina sono più di un migliaio. Durante un’udienza riservata all’Azione Cattolica Ragazzi, sono stati consegnati due quadrotti di lana anche al Papa.
La responsabile per il comasco dell’iniziativa, Elide Greco, con grande determinazione ha creato una vera e propria comunità virtuale, coinvolgendo persone di tutte le età, tra le quali alcune signore centenarie. Comunità “tessuta” da Elide che per mesi si è recata dalle partecipanti “facendo la spola” su e giù per la provincia di Como, portando lana, ferri e uncinetti a chi mancavano e raggiungendo chi era solo, a volte chiuso in casa da mesi per il lockdown. A settembre Elide proseguirà nella sua opera sociale, facendo circolare tanta buona volontà per un mondo migliore.