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A Praga il sinodo è entrato nella sua fase continentale
Continua il cammino di rinnovamento della Chiesa del terzo millennio
Nel mese di ottobre del 2021 papa Francesco ha invitato tutti i battezzati, non solo i cattolici, ad intraprendere un cammino sinodale per aiutare la Chiesa a capire meglio se stessa e quindi ad intraprendere i cambiamenti necessari per affrontare le sfide di questo terzo millennio.
Dal 5 al 12 febbraio a Praga si sono ritrovate 200 persone provenienti da tutt’Europa, per questa terza fase del cammino sinodale – quella continentale – mentre altre 390, suddivise in 39 delegazioni nazionali – erano connesse on line.
Da discutere c’era il documento preparatorio dal titolo: «Allarga lo spazio della tua tenda», che raccoglieva quanto emerso dalle due precedenti fasi consultive: quella diocesana e quella nazionale.
Una consultazione quindi vasta che ha coinvolto vescovi, laici, religiosi. Donne e uomini. Per la Svizzera la delegazione che si è recata a Praga era composta dal presidente dei vescovi svizzeri, mons. Felix Gmür, vescovo di Basilea e da due donne: Tatiana Disteli, segretaria generale della Chiesa cattolica del Canton Argovia e Helena Jeppesen-Spuhler, di Azione Quaresimale. Quarto elemento di questa delegazione avrebbe dovuto essere Cristina Vonzun, direttrice dei media cattolici della diocesi di Lugano, che all’ultimo però ha dovuto rinunciare per motivi di salute.
Tra i delegati del gruppo svizzero che hanno partecipato all’evento in collegamento, c’era anche Valentina Anzini, coordinatrice della pastorale giovanile della diocesi di Lugano, che proprio in questi giorni ha concluso il suo master in teologia. Provenienti dalle tre regioni linguistiche, i 10 delegati svizzeri si sono ritrovati a Wislikofen, nel Canton Argovia, non solo per lavorare insieme, in costante collegamento con Praga, ma anche per vivere in maniera comunitaria e residenziale questa fase continentale del Sinodo. Tra i tempi più dibattuti quello del ruolo delle donne, il loro accesso ai ministeri e al diaconato, la partecipazione dei giovani, l’ascolto attivo come attitudine da promuovere a tutti i livelli.
Ogni delegazione presente a Praga aveva, in chiusura dell’incontro, 6 minuti per parlare e proporre all’attenzione delle altre delegazioni quanto più stava loro a cuore. Questi quelli individuati dalla nostra delegazione: la presenza attiva dei giovani, il diaconato femminile, l’accoglienza delle persone queer – ( Tatiana Disteli ha usato proprio questo termine, non consueto all’interno della Chiesa cattolica e che definisce le persone che non si identificano in una identità sessuale binaria), per tornare poi a parlare della necessità di dare non solo accoglienza ma anche voce ai poveri, alle persone con handicap, ai malati, ai migranti, agli stranieri… Per concludere infine con l’auspicio di un rinnovamento che vada a toccare anche la liturgia.
C’è stata anche una parola nuova portata avanti dalla delegazione svizzera: “decentralizzazione”. Nel senso che la Svizzera auspicherebbe una Chiesa meno monolitica e più capace di muoversi a velocità diverse, a seconda dei diversi contesti in cui opera.
Ora, la prossima tappa sarà quella del sinodo dei vescovi a Roma, nel prossimo mese di ottobre, quando saranno solo i vescovi a chinarsi su quanto fin qui elaborato dai battezzati e dalle battezzate di tutto il mondo.