Arrivare al perdono attraverso l’A.M.O.R.E.

Arrivare al perdono attraverso l’A.M.O.R.E.

Un regalo per sé stessi e gli altri


Quando si parla di perdono non si può non parlare di amore. Amore verso sé stessi e verso gli altri. Sì, perché perdonare è un atto di amore che in primo luogo libera noi stessi dal rancore e rompe le catene da un passato che non ci permette di vivere in libertà il presente e pianificare il futuro. Ma se il perdono riusciamo anche a donarlo (per-dono) a chi ci ha ferito, allora potrà diventare un ponte di nuove possibilità. 

L’atto del perdono è assolutamente liberatorio. E non sempre si tratta di perdonare gli altri, spesso dovremmo iniziare con il perdonare noi stessi, con la disponibilità con cui perdoniamo gli altri. Con la stessa misericordia, con lo stesso amore. 

Padre Pietro Marini, frate cappuccino di Santa Maria degli Angeli in Assisi, alla Santa messa del Capodanno 2014, raccontò l’A.M.O.R.E. a 200 giovani: 

Dio è amore e chi sei tu, chi sono io, è scritto nelle lettere di questa parola, l’unica che Dio conosce. E così scopriamo che siamo: 

  • Accoglienza: perché da sempre siamo stati accolti, custoditi, come la nostra preziosa vita, pensata, voluta e sostenuta da Dio. È Lui che ci chiama da “sentirci accolti” a “diventare accoglienza” a nostra volta, per essere Suo strumento e continuare la catena del Suo “far sentire accolti” che cambia la vita.
  • Misericordia: perché ciascuno di noi è una povertà, ma guardata con amore. Siamo al centro di un grande amore che ci sovrasta, ci ingloba e da cui “non possiamo fuggire”, una tenerezza che non smette di accoglierci così come siamo.
  • Orizzonte di Dio: perché siamo al centro dei pensieri di Dio, un “Padre che sa contare solo fino a uno”, com’è unica la nostra esistenza nel fiume di vite che ci circondano. Un Padre premuroso che ci precede là dove il nostro limite (orizzonte) ci spaventa per non farci sentire soli, e per ricordarci che “la Sua Divina Provvidenza si alza prima del sole” per trovarci al nostro arrivo.
  • Roveto di Dio: perché il nostro dolore è visitato, brucia ma di Lui, che viene come solo Lui sa fare non a salvarci dalla morte ma nella morte, in quel roveto che spesso ci spaventa e ci invita istintivamente alla fuga. È qui che Dio ci chiama a passare dal piacere (illusione mancata) alla gioia (ricordo permanente).
  • E-Vangelo di Dio: perché è la nostra vita personale chiamata ad “annunciare” la buona notizia che la nostra vita è amata fino al sangue da Dio. Il nostro volto, i nostri occhi sono chiamati ad essere i testimoni di una vita nuova che vive e brucia in noi, forieri di quella sana invidia di bellezza e di gioia che spinge il nostro prossimo a porsi domande grandi, le uniche capaci di riempire il nostro cuore”.

Se impariamo a guardare noi stessi e gli altri con gli occhi dell’A.M.O.R.E. ci verrà sicuramente più facile sia amare che perdonare. 

In questo numero troverete alcuni esempi fra amore e perdono, dati e ricevuti. Dalla parabola del figliol prodigo, fino all’odierna realtà del come vivere le difficoltà del rapporto di coppia. Vedremo che il perdono sta anche nella nostra capacità di imparare a modificare il nostro modo di guardare. Amare e perdonare sicuramente non sono legati all’anagrafe, ne è stata maestra la beata Laura Vicuña.