Vedi l'ultimo numero
Ascoltare con l’orecchio del cuore
Papa Francesco per la 56esima giornata mondiale delle comunicazioni sociali
L’invito che il Papa rivolge il 24 gennaio 2022 a comunicatori e giornalisti, è quello di andare in profondità e cogliere l’essenza di ciò che si vuole raccontare e comunicare. Atto possibile unicamente attraverso l’ascolto “di sé, delle proprie esigenze più vere, quelle iscritte nell’intimo della persona” e ascolto dell’altro, della sua storia. Un richiamo ad andare oltre i numeri, a superare ostacoli e pregiudizi. Come quelli, ad esempio, legati ai migranti o alla pandemia da Covid-19, che sono andati ad alimentare il “disagio sociale”.
Ascoltare “rimane essenziale per la comunicazione umana”. Solo facendo attenzione a chi ascoltiamo e a come ascoltiamo, possiamo migliorare le nostre capacità. E non si tratta di tecnica, quanto piuttosto di una capacità del cuore che ci rende prossimi all’altro. “Gesù stesso richiama i suoi discepoli a verificare la qualità del loro ascolto. “Fate attenzione dunque a come ascoltate” (Lc 8,15)”.
Ci rammenta il Pontefice: “Tutti abbiamo le orecchie, ma tante volte anche chi ha un udito perfetto non riesce ad ascoltare l’altro. C’è infatti una sordità interiore, peggiore di quella fisica. (…) La vera sede dell’ascolto è il cuore.”.
Diverso è ascoltare da origliare; attenzione al tempo che investiamo sui social web, origliando e spiando gli altri. Altra cosa è la comunicazione buona e realmente umana che implica un ascolto dell’altro con “un’apertura leale, fiduciosa e onesta.”. Chi non si ascolta, si parla addosso, alla ricerca del consenso, dell’audience.
Per offrire un’informazione solida, occorre ascoltare a lungo. Essere disposti “a cambiare idea, a modificare le proprie ipotesi di partenza”; essere disponibili a sospendere il giudizio. Non fermarsi alla prima fonte. L’ascolto richiede fatica e pazienza. La buona comunicazione è quanto mai importante in questo periodo in cui il Papa parla di una “infodemia”, dentro la quale “si fatica sempre più a rendere credibile e trasparente il mondo dell’informazione”.
Ma come risolverla? Il Pontefice ci invita ad astrarci dai soli numeri per accogliere delle testimonianze di vita. Così i numeri prenderanno un senso e quelli che inizialmente sembravano invasori, potranno acquisire un volto.
Anche nella Chiesa, l’invito è quello di ascoltarsi di più. “Il dono più prezioso e generativo che possiamo offrire gli uni agli altri. (…) Chi non sa ascoltare il fratello ben presto non sarà più capace di ascoltare Dio.”.