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“Il bene comune è pace che bussa alla tua porta”
Ernesto Olivero e il Sermig
Spesso associamo il concetto di sostenibilità all’ecologia o all’economia ma, in realtà, essere tutti parte di uno stesso Pianeta o, ancor meglio, essere “tutti fratelli”, secondo l’ottica cristiana ribadita con forza da Papa Francesco, ci spinge a sentirci tutti legati e solidali, condividendo le risorse che abbiamo.
Un bell’esempio di ciò è il Sermig, Servizio Missionario Giovani, fondato nel 1964 in Italia a Torino da Ernesto Olivero e sua moglie Maria. Lo conobbi anni fa, mi aveva affascinata il sogno profetico del progetto dell’Arsenale della pace: trasformare un luogo predisposto alla distruzione e alla morte, in uno spazio aperto alla vita e all’accoglienza, passando per la speranza.
Nato nel 1940 in Sud Italia, si è trasferito da bambino, con la famiglia, in provincia di Torino. Dopo gli studi, ha trovato lavoro come bancario e nel 1964 si è sposato con Maria Cerrato. Con lei avrà tre figli e condividerà appieno il suo progetto profetico: dar vita ad un’iniziativa di accoglienza e di pace.
Lui da laico ha saputo ascoltare la voce di Dio, aprendosi all’ispirazione di creare la “Fraternità della speranza” in cui alcune persone consacrano la loro vita al servizio di Dio e dei fratelli. Nella Regola si legge:” Accogliamo con gioia i talenti di cui il Signore ci ha arricchiti mettendoli a servizio gratuitamente dove ci è richiesto”.
E poi da un sogno ne scaturisce un altro…davvero un albero ricco di frutti.
Con la benedizione dei papi che si sono susseguiti, Ernesto con sua moglie e un nutrito gruppo di uomini e donne di buona volontà, realizzano la trasformazione dell’Arsenale militare di Torino in “Arsenale della Pace”, inaugurato nel 1984 dall’allora presidente della Repubblica italiana, Sandro Pertini.
In uno spazio di 45.000 m² si è dato vita ad un luogo di spiritualità e di condivisione. Infatti, alla presenza di Dio, si servono i poveri, i bisognosi sia nell’anima che nel corpo, dai carcerati agli stranieri, accogliendo gruppi di giovani e persone in difficoltà, offrendo ascolto e accoglienza, ma anche proponendo progetti di educazione e di sviluppo (ne hanno usufruito persone di 140 nazionalità).
“Quando trovi l’amore, incontri la gratuità. Se coinvolgi gli altri, tutto diventa possibile”.
L’esperienza del Sermig ha dato poi vita a missioni in varie parti del mondo ed anche alla creazione di altri “arsenali”.
A volte certi “sogni profetici” sembrano letteralmente delle visioni utopistiche e irrealizzabili, ma se è il Signore a suggerirli, allora tutto diventa possibile.
Come si legge nella regola del Sermig: “La sproporzione è il terreno fertile della Provvidenza”.
Nel 2002 ha siglato con i giovani una Carta, dando vita al movimento internazionale “Giovani della pace”, promuovendo incontri per “ridisegnare il mondo” in quest’ottica.
La sua missione si fa ancora più concreta nell’accompagnare le missioni di pace (per ben 77 volte!) in Paesi martoriati dalla guerra e dalle lotte civili.
L’opera prosegue. Tra tante iniziative mi piace evidenziare la nascita dell’Arsenale dell’armonia nel 2016: una piccola fraternità del Sermig che accoglie bambini malati, provenienti da zone periferiche del mondo, necessitanti di cure e controlli ospedalieri.
A ciò si è aggiunta un’ulteriore ramificazione: la creazione di un luogo dove si possa convivere fraternamente, aperto a persone con handicap e non, che desiderano vivere a contatto con la natura nella relazione con gli altri. L’obiettivo è quello di condurli alla piena autonomia, attraverso la produzione e vendita di prodotti alimentari.
Il fiume di bene si allarga sempre più. Lo sguardo è, però, sempre fisso sulla fonte dell’ispirazione e del sostentamento: Gesù.
“L’incontro più importante per la mia vita è stato quello con Gesù. È a lui che si dice sì all’inizio e durante tutta l’avventura”.