Vedi l'ultimo numero
Il laico ha la sua primaria vocazione: la santità
L’invito a rendersi disponibili, vivere AC, ed esser testimoni nelle nostre realtà
«Tutti i fedeli di qualsiasi stato o grado sono chiamati alla pienezza della vita cristiana e alla perfezione della carità» (43); «Tutti i fedeli sono invitati e tenuti a tendere alla santità e alla perfezione del proprio stato»(44).
La vocazione alla santità affonda le sue radici nel Battesimo e viene riproposta dagli altri Sacramenti, principalmente dall’Eucaristia: rivestiti di Gesù Cristo e abbeverati dal suo Spirito, i cristiani sono «santi» e sono, perciò, abilitati e impegnati a manifestare la santità del loro essere nella santità di tutto il loro operare. L’apostolo Paolo non si stanca di ammonire tutti i cristiani perché vivano «come si addice a santi» (Ef 5, 3).
La vita secondo lo Spirito, il cui frutto è la santificazione (cf. Rom 6, 22; Gal 5, 22), suscita ed esige da tutti e da ciascun battezzato la sequela e l’imitazione di Gesù Cristo, nell’accoglienza delle sue Beatitudini, nell’ascolto e nella meditazione della Parola di Dio, nella consapevole e attiva partecipazione alla vita liturgica e sacramentale della Chiesa, nella preghiera individuale, familiare e comunitaria, nella fame e nella sete di giustizia, nella pratica del comandamento dell’amore in tutte le circostanze della vita e nel servizio ai fratelli, specialmente se piccoli, poveri e sofferenti.
Il laico vive in comunione ecclesiale.
La comunione ecclesiale è, dunque, un dono, un grande dono dello Spirito Santo, che i fedeli laici sono chiamati ad accogliere con gratitudine e, nello stesso tempo, a vivere con profondo senso di responsabilità. (…)
Il fedele laico «non può mai chiudersi in se stesso, isolandosi spiritualmente dalla comunità, ma deve vivere in un continuo scambio con gli altri, con un vivo senso di fraternità, nella gioia di una uguale dignità e nell’impegno di far fruttificare insieme l’immenso tesoro ricevuto in eredità. Lo Spirito del Signore dona a lui, come agli altri, molteplici carismi, lo invita a differenti ministeri e incarichi, gli ricorda, come anche lo ricorda agli altri in rapporto con lui, che tutto ciò che lo distingue non è un di più di dignità, ma una speciale e complementare abilitazione al servizio (…). Così, i carismi, i ministeri, gli incarichi ed i servizi del Fedele Laico esistono nella comunione e per la comunione. Sono ricchezze complementari a favore di tutti, sotto la saggia guida dei Pastori» (63). (Chistifideles laici N 20)
Il laico di Azione cattolica ascolta le priorità suggerite dal vescovo e realizzate dal parroco o dalla Rete Pastorale e offre la sua disponibilità di tempo, dopo gli impegni di famiglia e di lavoro, dando la sua testimonianza là dove vive, secondo la sua condizione di vita.
Inoltre, il laico di AC sente come bisogno prioritario di costituirsi in gruppo di Azione Cattolica in modo che, insieme si possa trovare e vivere le iniziative e la presenza nel campo delle famiglie, nelle Reti pastorali, nell’educazione giovanile, nella presenza di servizio con le persone anziane o nelle iniziative che la realtà della vita della comunità suggerisce.
Come abbiamo visto in tempo di pandemia gli scout delle sezioni farsi servi di chi era in casa chiuso per la pandemia, così avrebbe dovuto essere per il Gruppo di Azione Cattolica parrocchiale o di Rete pastorale.
Non si tratta di inventare la luna, ma non si può nemmeno agire da singoli in una realtà tanto complessa come la nostra.
Ecco perché insisto che vi sia una Gruppo di Azione Cattolica in ogni parrocchia di una certa dimensione, o almeno un Gruppo all’interno della Rete Pastorale.
È forse giunto il momento nel quale una persona che se la sente – anche questo per aderire a una speciale vocazione – provi a contattare altre persone del circondario affinché nasca il Gruppo di Azione Cattolica; ci si conosca per nome, si sappia il loro recapito, si conosca la loro professione e si possa condividere la passione per Gesù Cristo sul territorio; ci si abitua ad avere mete di cammino e ideali da raggiungere. Non possiamo, come laici, aspettare che l’iniziativa venga dal prete, perché Azione Cattolica è un’associazione di laici e la “preto- dipendenza” non fa altro che arenare l’entusiasmo per Azione cattolica diocesana.