Il viaggio sinodale dell’Ac, unita alla sua diocesi

Il viaggio sinodale dell’Ac, unita alla sua diocesi

Gianni Borsa presidente dell’Ac ambrosiana alla nostra assemblea diocesana


Non si può parlare di Sinodo senza accennare al particolare momento che stiamo vivendo. La pandemia Covid-19 ci ha spiazzati sotto ogni punto di vista. Le chiese chiuse, le messe davanti alla TV, gli amici che ci hanno lasciati senza la possibilità di poterli salutare, i matrimoni rinviati, le catechesi interrotte. Sono nate nuove modalità di essere Chiesa, tante iniziative nuove. La pandemia ha suscitato nuove forme di solidarietà, aiuto reciproco, volontariato immediato, quando eravamo più nella fatica.  
Ha messo a nudo un’umanità fragile anche dal punto di vista psicologico. Ci sono venute tante paure. Abbiamo scoperto di essere interconnessi come umanità: dalla Cina a Codogno. Un mondo senza confini. La pandemia ha svelato che deve esser tempo di un cambiamento, con l’invito a provare a cercare strade nuove. 
Il Sinodo è appunto questo: camminare insieme per cercare strade nuove. Chi sta fermo è perduto. 
Nella diocesi di Milano si sono messi all’ascolto del Papa e dei Vescovi, cercando di capire che significato potesse avere per loro. Hanno cercato di capire cosa evocasse il termine “Sinodo”.  
La parola “Sinodo” non ci è familiare. Che senso dargli nella vita di tutti i giorni?
Rischia di essere una parola detta e ridetta che perde senso prima ancora di entrare in gioco. Che significato vogliamo dargli? 
È un metodo di convivere nella Chiesa, di affrontare un percorso di Chiesa, di prendere decisioni, ma innanzitutto deve essere uno stile. Una capacità di convertirsi di nuovo in ascolto della parola. La conversione richiede un cambiamento e un senso di corresponsabilità. Il Sinodo non è del Papa o dei Vescovi, è della Chiesa tutta. Nostro. 
Il cammino è iniziato. Dobbiamo porci in ascolto e individuare limiti e risorse. Individuare i nuovi linguaggi. Dobbiamo adattare il nostro modo di parlare al tempo presente. Può permettersi la Chiesa di restare indietro? 
Il Sinodo è un evento di grazia, un processo di guarigione condotto dallo Spirito. Dobbiamo lasciarci toccare dalle domande dei fratelli e delle sorelle. Liberarci dalle chiusure, cercare nuove vie. 
Chiede di mettersi in ascolto della Parola e della storia, con un atteggiamento di discernimento. Non possiamo prescindere dal momento che viviamo, perché se ci rivolgiamo alle nostre comunità dobbiamo capire il tempo in cui sono inserite, le sfide che stanno vivendo e che le aspettano. Siamo nel 2021. 
Il mondo e il tempo cambiano, perché la storia è sempre in movimento. Noi cristiani dobbiamo interrogarci su cosa deve cambiare nelle comunità, nel nostro modo di testimoniare il Vangelo, di essere cristiani. La nostra fede è fondata su qualcosa che è oltre il tempo ma va al passo coi tempi. 
Tre sono le domande che, come comunità, dobbiamo farci: 
Tutto quello che abbiamo sempre fatto, dobbiamo continuare a farlo?
Quello che stiamo facendo / vivendo come comunità cristiana possiamo farlo meglio e vivere con più intensità?
Quello che non abbiamo mai fatto, possiamo iniziare a farlo?
Dobbiamo essere insieme nella Chiesa: ogni credente è sollecitato a dare il suo contributo, la parola di tutti è ugualmente importante. 
Ne traspare il volto di una Chiesa che è in ascolto, fraterna, aperta, dialogica e missionaria. La Chiesa che cammina con il sepolcro aperto davanti.

Ascolta qui l’intervento completo di Gianni Borsa