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Incontriamoci … superando le lontananze
L’invito a diventare missionari
“Tacere? Impossibile!”, questo è il tema scelto dalla Conferenza dei Vescovi Svizzeri per l’ottobre missionario 2021. Un invito a riflettere sulla nostra capacità di essere testimoni nel quotidiano, verso i vicini e i lontani. Un richiamo a sostenere la Chiesa che è nel mondo.
Vogliamo riflettere sul tema della vicinanza e della lontananza e della nostra capacità di essere missionari, all’interno di questa dinamica. Tutti noi possiamo essere missionari, nel contesto della nostra quotidianità: “Noi non possiamo tacere quello che abbiamo visto e ascoltato” (Atti 4,20).
Ma come poter essere realmente testimoni credibili? Papa Francesco ci invita ad essere “casa con le porte aperte”, a “sostenere la speranza, essere segni di unità, gettare ponti, abbattere muri, seminare riconciliazione” (Fratelli tutti, 276). Ci parla di “missione della compassione”.
Anche il vescovo Valerio, nella sua ultima lettera pastorale, ci invita ad essere testimoni “là dove abitano, nelle case e annunciare con genuina sollecitudine per la qualità dei rapporti personali, per la densità umana degli incontri, per l’intensità e la sincerità degli affetti e degli scambi” (N.5).
Uno scambio umano ricco, come quello che Cleopa (“intervistato” da Gianni Ballabio) ha potuto vivere sulla strada di Emmaus, quando ha incontrato quel viandante che ha raccolto le sue inquietudini e riacceso la sua speranza. E l’ha portato a dirgli “Resta con noi!”.
La Chiesa, noi cristiani, nel quotidiano della vita abbiamo innumerevoli possibilità di essere prossimi e testimoni. Ognuno con i suoi doni, con i suoi tempi e i suoi spazi, con le sue possibilità. Anche i più fragili, gli anziani e i malati, possono esserlo. In questa dinamica, come spesso capita, chi ha poco può diventare maestro di vita.
Anna ci ricorda bene quanto sia importante essere amati e quanto il concetto di “casa” non sia tanto riconducibile a un luogo, quanto piuttosto alle persone che la abitano. Ma cosa succede quanto queste vengono a mancare? Si forma un vuoto che sembra impossibile da colmare, una lontananza senza fine. “Quando avrà fine la notte?”. E qual è il valore dell’amore confrontato con le perdite della vita?
Può sembrare paradossale invitare alla relazione e all’incontro in questo contesto ancora di pandemia. Da oltre un anno siamo invitati a mantenere le distanze. Il modo di relazionarsi è sicuramente cambiato, come ci dice Giuseppe Zois nella sua “Area di sosta”. Fermiamoci con lui, esploriamo l’attuale realtà. Non abbattiamoci e cerchiamo di capire meglio: io, nella mia realtà, come posso essere missionario?
Ci risponde Papa Francesco nella recente omelia della S. Messa per l’apertura del sinodo dei Vescovi del 10.10.2021: “Siamo chiamati a diventare esperti nell’arte dell’incontro. Non nell’organizzare eventi o nel fare una riflessione teorica sui problemi, ma anzitutto nel prenderci un tempo per incontrare il Signore e favorire l’incontro tra di noi. Cari fratelli e sorelle, buon cammino insieme! Che possiamo essere pellegrini innamorati del Vangelo, aperti alle sorprese dello Spirito Santo. Non perdiamo le occasioni di grazia dell’incontro, dell’ascolto reciproco, del discernimento. Con la gioia di sapere che, mentre cerchiamo il Signore, è Lui per primo a venirci incontro con il suo amore.”.