La pace fiorisce nel bene comune

La pace fiorisce nel bene comune

Il Messaggio di S. Giovanni Paolo II 


“Quando, a tutti i livelli si coltiva il bene comune, si coltiva la pace. Può forse la persona realizzare pienamente sé stessa prescindendo dalla sua natura sociale, cioè dal suo essere «con» e «per» gli altri? Il bene comune la riguarda da vicino. Riguarda da vicino tutte le forme espressive della socialità umana: la famiglia, i gruppi, le associazioni, le città, le regioni, gli Stati, le comunità dei popoli e delle Nazioni. Tutti, in qualche modo, sono coinvolti nell’impegno per il bene comune, nella ricerca costante del bene altrui come se fosse proprio.”

Giovanni Paolo II, il 1° gennaio 2005

Quanto pronunciò San Giovanni Paolo II, alla soglia della sua morte avvenuta il 2 aprile del medesimo anno, era un messaggio destinato all’umanità intera affinché costruisca insieme la pace, avvalorando quelle che sono le dimensioni umane: individuali, sociali e trascendenti. Un invito che il grande santo polacco volle affermare proprio in occasione della 38° giornata della Pace.

Il concetto di San Giovanni Paolo II in sé è molto semplice: dal momento del concepimento siamo tutti esseri sociali. Come nessuno nasce da solo, nessuno può far nascere la vita da solo, nessuno può vivere da solo.  Viceversa, nessuno dovrebbe morire per una guerra, in una lotta fra individui, in famiglia, fra etnie o gruppi, nel proprio stato o in una guerra con altri stati. Ma per fare questo ogni persona deve innanzitutto riconoscere anche la propria natura sociale e trascendente (oltre quella individuale), sapendo che la propria realizzazione è possibile solo se in relazione «con e per gli altri» e con il buon Dio. In altri termini, lo sviluppo integrale della persona. Che guarda caso si ritrova anche nel più grande dei comandamenti di Gesù: «amerai dunque il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza.» E «Amerai il prossimo tuo come te stesso» (Mc; 30-31).

“Il bene comune esige il rispetto e la promozione della persona e dei suoi diritti fondamentali – afferma il santo polacco nella stessa occasione -, come pure il rispetto e la promozione dei diritti delle Nazioni in prospettiva universale. (…) Tuttavia, visioni decisamente riduttive della realtà umana trasformano il bene comune in semplice benessere socioeconomico, privo di ogni finalizzazione trascendente, e lo svuotano della sua più profonda ragion d’essere. Il bene comune, invece, riveste anche una dimensione trascendente, perché è Dio il fine ultimo delle sue creature”.

Il mondo insomma ha bisogno di guarire da un bieco individualismo, dalla convinzione di non aver bisogno del prossimo per svilupparsi. Chi riconosce un bisogno nel proprio essere in relazione con il prossimo (di ogni grado), può ambire a partecipare al benessere collettivo. Di fatto il passaggio necessario è ricordare che tutti, uomini e donne, siamo per natura sociale. E se viviamo profondamente questa convinzione, aggiungendo che la vita è un dono di Dio; e che tutti, ciascuno con i propri talenti, cerchiamo di ricompensare questo regalo, allora è possibile riscoprire e vivere le due parole più belle che ognuno dovrebbe sentire nel più profondo del cuore: Pace e Bene.