La ricchezza dei nostri Avi

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Effetto nonna


Un libro bellissimo intitolato “Effetto nonna”, edizioni ABBA, raccoglie con 18 testimonianze di casa nostra il ricordo e le storie delle nonne di 58 VIP nostrani. 

Capita che il mio cuore sia più triste, nel ricordo di chi non c’è più. Una tristezza momentanea che poi si risolve nella gratitudine dei momenti passati insieme e nel cammino percorso. Un invito, a chi li ha ancora, a condividere preziosi momenti con loro. 

Daniele Finzi Pasca scrive della nonna, che era ormai in casa anziani: “Una volta mi sono scusato ma non mi ha lasciato terminare la frase. Un vecchio saggio non cerca le scuse di un giovane inesperto. Mi voleva bene e sapeva che non mi avrebbe visto diventare uomo. Sorrideva, anche se le erano venute le gambe paralizzate; poi mi chiedeva della casa, del suo appartamento, delle piante. Io non sapevo se dirle che non c’era più nulla e che la posto della villa stava venendo su un palazzo. Sapeva che mentivo, male piaceva starmi a sentire. Da lei ho imparato che le storie non devono essere vere o false: devono solo curare”

Il compianto Marco Borradori scriveva a proposito della nonna Wanda: “Lei amava la montagna e la natura e a me piaceva il senso della scoperta: ci diceva i nomi dei fiori e degli alberi, attirava la nostra attenzione sulle forme delle nuvole in cielo e sul colore dei muschi dietro i tronchi, sulle felci, gli arbusti, gli insetti. Ci insegnava, insomma, a spingere lo sguardo fin dove era possibile, verso l’alto e verso il basso, e pure questa è stata una lezione che ho capito dopo molti anni”

Anche l’attuale consigliere di Stato Manuele Bertoli ha descritto sua nonna Lucia: “Una donna accogliente, di poche parole, con un bel sorriso, che qualche volta all’anno si trovava per casa anche il suo nipote svizzero, cresciuto in un posto lontano. (…) Non era una donna particolarmente istruita. Aveva purtroppo solo fatto la terza elementare, ma ricordo le lettere che scriveva a mia madre, in Svizzera, con una calligrafia semplice e comunque in un buon italiano. Non ricordo libri in quella casa contadina, ma qualche numero di Famiglia Cristiana, il settimanale cattolico che sicuramente comperava dopo la messa, del quale rammento solo le barzellette. (…) Una nonna che con la sua semplicità mi ha insegnato che la vita va vissuta come viene, senza recriminare, facendo la propria parte, cercando di capire gli altri prima di giudicarli e dando una mano dove e come si può”. 

Gli anziani, prezioso valore della società e della singola persona. Non saremmo quello che siamo senza di loro. Riassume bene questo pensiero Ajla Del Ponte, velocista ticinese che conclude la sua testimonianza così:” Vedono la bambina che ero e che è sempre presente, nel profondo, ma sanno che la donna che sono sta emergendo. E per questo oggi mi sono ripromessa che per esserne degna non vivrò in un mondo ingiusto senza fare niente per renderlo migliore: batterò i piedi e mi farò sentire, non nasconderò le mie idee. Sarò come la rosa e la perla, significati del loro nome: resistente e gentile, ed educherò i miei figli tenendo conto di quello che la generazione delle mie nonne ha dovuto vivere per permettermi e permetterci di essere quello che siamo oggi”