La vocazione di appartenere all’AC

La vocazione di appartenere all’AC

La risposta all’amore di Dio


Nel giorno del Battesimo, anche se eravamo nell’impossibilità di comprendere la profondità dell’avvenimento, abbiamo ricevuto da Dio dei regali immensi. A dire il vero sono contento che si battezzino i bambini, perché il loro essere ignari di ciò che capita, è simbolo che tutto è dono di Dio e non conquista dell’intelligenza umana. 

Tra le ricchezze date da Dio nel battesimo vi è il senso della vita. Ci viene offerto Cristo come maestro e guida per la vita. Ci viene offerto Cristo come pane che rafforza il nostro stile di vita e soprattutto Cristo si offre a noi come linfa che rende feconda ogni attività della persona. Poi, grande prodigio, ci viene dato la presenza dello Spirito Santo. Spirito d’amore.

Tutte queste belle realtà, che sono null’altro che dono di Dio e meraviglia, formano in noi il desiderio di rispondere all’amore immenso e sovrabbondante di Dio. La nostra quotidianità sarà la miglior risposta all’amore di Dio. 

La risposta all’amore di Dio ha diverse modalità e le modalità della risposta formano la nostra VOCAZIONE. Vi sono persone che parlano dell’immenso amore di Dio come sposi, altri come nubili, altri come presbiteri, altri come consacrati.

Quale scegliere? 

Questo è il lavoro più profondo nell’intimo di noi. Occorre un direttore spirituale che sappia leggere e ascoltare le nostre qualità che non diventeranno soltanto dimensione professionale, ma anche inclinazione del dono di sé agli altri.

Aderire ad Azione cattolica è una scelta di tutti i laici che, assumendo le loro responsabilità personali, di famiglia, di coppia, di professione, desiderano impegnarsi in dimensione comunitaria per rispondere con la vita all’amore immenso di Dio. È come se, da adolescente, gli animatori aiutassero un giovane a comprendere la ricchezza del bagaglio interiore che forma la personalità. Il desiderio d’amare, il desiderio di servire, il desiderio di donare anche senza risposte di contraccambio; un desiderio di fedeltà a sé stessi, alle ricchezze ricevute da Dio e alle persone con cui ci si trova legati o collegati.

La vocazione di appartenere ad AC è di ogni battezzato laico e si modula a dipendenza della geografia in cui si vive, della scelta affettiva, della scelta professionale.

Una persona potrà essere sposata e maestro di scuola, come celibe ed elettricista, ma sempre con il cuore rivolto verso la riconoscenza a Dio per quanto è deposito d’amore dentro sé stessi.

L’ultima caratteristica di ogni vocazione è il desiderio di sognare. 

I sogni sono le chiamate, anche improvvise, di Dio, che, attraverso il pensiero e la preghiera dona delle ispirazioni che aprono strade diverse da quelle sempre percorse ma proiettate a realizzare una grandezza ecclesiale. 

S. Giuseppe, scrive Papa Francesco nel messaggio per la giornata delle vocazioni, ha avuto quattro sogni. In tutti Dio ha modificato il pensiero e il progetto di Giuseppe. “Il primo ne destabilizzò il fidanzamento, ma lo rese padre del Messia; il secondo lo fece fuggire in Egitto, ma salvò la vita della sua famiglia. Dopo il terzo, che preannunciava il ritorno in patria, il quarto gli fece ancora cambiare i piani, riportandolo a Nazaret, proprio lì dove Gesù avrebbe iniziato l’annuncio del Regno di Dio. In tutti questi stravolgimenti il coraggio di seguire la volontà di Dio si rivelò dunque vincente”. Giuseppe si è fatto uomo di coraggio e di una disponibilità immediata che è segno della massima altezza della fedeltà a Dio.

“Non consultarti con le tue paure, ma con le tue speranze e i tuoi sogni. Non pensate alle vostre frustrazioni, ma al vostro potenziale irrealizzato. Non preoccupatevi per ciò che avete provato e fallito, ma di ciò che vi è ancora possibile fare.”
Papa Giovanni XXIII