Una voce libera e responsabile

Una voce libera e responsabile

L’invito di papa Francesco a sostenere media ed editoria


Voi avete un compito, o meglio una missione, tra le più importanti nel mondo di oggi: quella di informare correttamente, di offrire a tutti una versione dei fatti il più possibile aderente alla realtà. Siete chiamati a rendere accessibili a un vasto pubblico problematiche complesse, in modo da operare una mediazione tra le conoscenze a disposizione degli specialisti e la concreta possibilità di una loro ampia divulgazione.

La vostra voce, libera e responsabile, è fondamentale per la crescita di qualunque società che voglia dirsi democratica, perché sia assicurato il continuo scambio delle idee e un proficuo dibattito basato su dati reali e correttamente riportati.

Nel nostro tempo, spesso dominato dall’ansia della velocità, dalla spinta al sensazionalismo a scapito della precisione e della completezza, dall’emotività surriscaldata ad arte al posto della riflessione ponderata, si avverte in modo pressante la necessità di un’informazione affidabile, con dati e notizie verificati, che non punti a stupire e a emozionare, ma piuttosto si prefigga di far crescere nei lettori un sano senso critico, che permetta loro di farsi adeguate domande e raggiungere conclusioni motivate. (…)

A queste esigenze la media e piccola editoria può rispondere più facilmente. Essa possiede, nella propria impostazione, salutari vincoli che la aiutano a generare un’informazione meno massificata, meno soggetta alla pressione delle mode, tanto passeggere quanto invadenti. Essa infatti è geneticamente più legata alla sua base territoriale di riferimento, più prossima alla vita quotidiana delle comunità, più ancorata ai fatti nella loro essenzialità e concretezza. Si tratta di un giornalismo strettamente connesso alle dinamiche locali, alle problematiche che nascono dal lavoro delle varie categorie, agli interessi e alle sensibilità delle realtà intermedie, che non trovano facilmente canali per potersi adeguatamente esprimere. (…)

Si avverte l’urgente bisogno di notizie comunicate con serenità, precisione e completezza, con un linguaggio pacato, in modo da favorire una proficua riflessione; parole ponderate e chiare, che respingano l’inflazione del discorso allusivo, gridato e ambiguo. (…)

La società ha inoltre bisogno che il diritto all’informazione venga scrupolosamente rispettato assieme a quello della dignità di ogni singola persona umana coinvolta nel processo informativo, in modo che nessuno corra il rischio di essere danneggiato in assenza di reali e circostanziati indizi di responsabilità. Non bisogna cadere nei “peccati della comunicazione”: la disinformazione – cioè dire soltanto una parte –, la calunnia, che è sensazionalistica, o la diffamazione, cercando cose superate, vecchie, e portandole alla luce oggi: sono peccati gravissimi, che danneggiano il cuore del giornalista e danneggiano la gente.

Per tutti questi motivi è dunque auspicabile che non venga meno l’impegno da parte di tutti per assicurare l’esistenza e la vitalità a questi periodici, e che vengano tutelati il lavoro e la dignità del suo compenso per tutti coloro che vi prestano la loro opera. (…)

Invito la società civile e le sue istituzioni a fare il possibile perché la media e piccola editoria possa svolgere il suo insostituibile compito, a presidio di un autentico pluralismo e dando voce alla ricchezza delle diverse comunità locali e dei loro territori.(Dal discorso del 16.12.2017)