Lontane terre di nessuno

Lontane terre di nessuno

Laddove regnano l’assenza dell’uomo e il creato di Dio


Dove andare lontano dal tuo spirito, dove fuggire dalla tua presenza? Se salgo in cielo, là tu sei, se scendo negli inferi, eccoti.” (Sal 139, 7-8)

Ci sono terre talmente lontane da far venire i brividi, sterminate distese ai confini del mondo. Lontananze estreme, dove non abita nessuno. 

Il nostro cantone seppur densamente popolato e urbanizzato possiede queste lontananze quasi estreme. Addentrandosi in selvagge valli laterali (come quelle della Riviera, della Verzasca, della Maggia) si rischia di non incontrare anima viva e di accedere dopo ore di cammino a territori di totale solitudine in paesaggi di rocce e di natura intatta. 

In queste zone si resta colpiti dalla perfezione della natura, sembra di trovarsi in un gigantesco parco creato da un abile giardiniere paesaggista. Tutto è in equilibrio e vive. La presenza umana, ancora visibile in qualche sentiero o resto di alpeggio, è pressoché assente. 

Almeno una volta nella vita è un’esperienza da fare: penetrare in questi luoghi discosti, lontani, faticosi. Lasciarsi prendere, avvolgere, conquistare. Lontananze che portano poi risposte e impensate vicinanze. Ci si ritrova senza maschere e senza alibi, come appena usciti dalla creazione, a fare i conti con qualcosa che non puoi afferrare ma puoi sentire, non puoi possedere ma vi nuoti dentro. 

Poi c’è anche l’alpinismo estremo, incomprensibile ai più. Solitudini totali in condizioni a volte disumane. Ha senso? Ognuno segue la via che sente. Per alcuni questa via passa irrevocabilmente dalle vertigini delle pareti, non è un modo per rischiare la vita ma per restare in vita. 

Lontane terre di nessuno che fanno vivere. “Alle spalle e di fronte mi circondi e poni su di me la tua mano.” (Sal 139, 5)