NON C’È COSA PIÙ BELLA DELLA  MESSA

NON C’È COSA PIÙ BELLA DELLA  MESSA

La parola, il dono e la Chiesa


Caro credente in Gesù Cristo che hai la gioia d’incontrarlo di persona nella Messa domenicale. 

Vorrei esprimerti quanto è bello, grande, profondo, alto e largo l’avvenimento che chiamiamo Messa domenicale. Ai bimbi in parrocchia mi spiegavo dicendo che la Messa è composta da tre feste. Per noi adulti lettori prendo un linguaggio più liturgico.

La Messa è l’incontro con il Cristo risorto e con la comunità che crede. 

È un incontro composto da tre “generi letterari” con cui Gesù risorto si fa vicino a te. 

Il primo è la Liturgia della Parola per accogliere la quale tu canti e chiedi perdono perché in te non ci siano ostacoli per lasciar entrare nel profondo di te la Sua Parola. Questo “genere letterario” ti apre alla certezza che già nell’Antico Testamento e nelle lettere degli apostoli l’amore di Dio per te e per la Chiesa si è fatto presente ed è diventato storia d’amore. In ogni legame d’amore tu sai raccontare la storia dell’incontro e dell’innamoramento!

Colui che ti ha raccontato la storia del suo amore, che è nato da lontano, ti parla di persona, oggi, nell’ascolto dei Vangeli. È una Parola che penetra nel cuore e ti chiama ad essere dono come risposta al suo amore. In questo “genere letterario” l’omelia ti aiuta a riportare al giorno d’oggi la parola di Gesù che è stata scritta nel tempo passato e con un suo specifico modo di esprimersi (genere letterario vero e proprio).

Abbi gioia di esprimere nella preghiera dei fedeli la tua risposta a questo incantesimo che è stato il dialogo di Cristo con te e con la Chiesa. Tu dialoga con lui.

Dopo questo primo “genere letterario” si svolge il secondo. È l’offerta al Padre del sacrificio di Cristo che donando il suo corpo e il suo sangue diventa salvatore, redentore dell’umanità di ieri, di oggi e di domani. Nel dono di sé ti dice che “non c’è amore più grande che donare la vita per i suoi amici”. E… ti senti amico; ti senti partecipe della gioia di essere stato perdonato, redento, rinnovato, fatto figlio come Lui, con una prospettiva eterna di vita nella beatitudine di poter rimanere sempre con Lui che ti ama e ti sorregge.

La preghiera del celebrante per il mondo, per la Chiesa e per i defunti che già sono vivi presso il Padre, ti fa sentire cittadino del mondo, costruttore di un mondo nuovo della carità e nel servizio. Ti fa acclamare, come ultimo gesto un “Amen”, sempre cantato, con cui affermi che questa dimensione enorme, universale, diffusa in tutti coloro che credono è di tua proprietà e fa la tua grandezza. 

Il sacrificio di Cristo ti ha reso mondiale e universale, non solo figlio di tuo padre e fratello di coloro che i genitori hanno generato come dono per te, ma unito a tutti coloro che abitano la Terra.

Ma il miracolo dei miracoli, che lascia senza parole, avviene nel terzo “genere letterario” della celebrazione e si chiama “la comunione”. Sei così impregnato di amore e di ammirazione per il Cristo che ti ha parlato e redento che ti manca il…”ma io ho bisogno di te! La mia vita senza te è fragile, è sterile, è bella ma non ammirabile! Entra dentro di me!”

Nell’accostarti alla Comunione tu fai il gesto di camminare verso di Lui (esci dal banco e vai all’onfalo (il luogo dell’incontro)). Lui si avvicina a te, portato dal celebrante, e, al momento della consegna del Corpo di Cristo il celebrante ti annuncia “CORPO DI CRISTO… Non ti dice “È il corpo di Cristo” perché quell’ ”È” racconterebbe solo la parzialità dell’avvenimento. Dicendoti “CORPO DI CRISTO” ti annuncia che tu stesso diventi Corpo di Cristo, diventi la sua Chiesa, corpo di Cristo che hai solo Lui come persona di riferimento; sei persona che non si nutre solo di pane ma anche della Parola che viene da Dio; sei aperto a lasciarti guidare dallo Spirito Santo con tutti i tuoi doni e le tue qualità. Diventi annunciatore e missionario del Cristo. Nell’”Amen” affermi che cibo del tuo vivere è fare la volontà del Padre”. Il celebrante, dicendoti: “Corpo di Cristo” ti annuncia che sei diventato universale, grande, immenso, infinito e …vai nel banco, ti siedi e contempli nel silenzio la tua grandezza di aver aperto la tua porta e di trovarti commensale con il Cristo e legato ai tuoi fratelli come una sola famiglia.

Ti verrebbe voglia di restare tanto tempo a contemplare così grande mistero di Lui che ti ha fatto Chiesa, che ti ha reso gigante per merito della sua presenza.

Non pensare che questo silenzio sia fatto perché il prete ha scordato come concludere la celebrazione…No! Quel silenzio è contemplazione della tua profondità, della tua altezza e della tua larghezza, della tua infinitezza! 

Sai che questa tua trasformazione meriterebbe che tu ti vestissi con gli abiti della festa?

D’improvviso la Messa termina con una preghiera finale e la benedizione. Non si può aggiungere nulla all’apice! Non c’è cosa più grande per il credente che incontrare fisicamente Gesù e diventare la sua Chiesa! Puoi partire per essere Chiesa nel tuo paese e nel tuo vivere.

Non c’è cosa più bella che essere presente alla Messa e vivere questi tre “generi letterari” come tre modalità d’incontro con il Cristo risorto. Vale la pena ritagliarti questa ora ogni domenica! Non c’è ricchezza migliore. Hai trovato il tesoro nel campo!

Se stai alla televisione questo insieme di generi letterari non avviene e resti povero come quando hai acceso il televisore.