Non guardiamo alla Chiesa con uno sguardo solo maschile

Non guardiamo alla Chiesa con uno sguardo solo maschile

In risposta all’articolo di Pietro Invernizzi sull’enciclica “Fratelli tutti”


Vorrei qui ritornare sull’articolo di Pietro Invernizzi, apparso sullo scorso numero di Spighe.

Scrive Pietro: “Prima ancora che papa Francesco firmasse la sua terza enciclica (…) si è scatenato un feroce dibattito sul titolo (…) In Germania, ad esempio, hanno proposto di non leggere uno scritto che si rivolge esclusivamente ai fratelli tutti e non ai fratelli e alle sorelle.”
Confesso che questo incipit mi ha fatto sussultare. Come mai iniziare un articolo, condotto per il resto con garbo e piacevolezza fino alla fine, con una stoccata gratuita e generica alle donne? Perché invece non chinarsi sulla domanda -a mio avviso legittima- lasciarsene interrogare e magari -perché no- cercare una risposta insieme? Proviamo a farlo ora. 

È vero, ci sono state molte donne che pubblicamente hanno chiesto a papa Francesco di voler rivedere il titolo della sua enciclica, aggiungendo al termine “fratelli” anche quello di “sorelle”. Donne non solo tedesche, ma anche francesi, italiane e anche svizzere. Donne che hanno visto nell’aggiunta di questo semplice sostantivo, un simbolico segno di buona volontà: una piccola presa di coscienza del fatto di essere state discriminate per secoli e di essere state considerate invisibili, nella millenaria storia della Chiesa e nelle modalità con cui questa è stata raccontata e tramandata. Un dato oggettivo che da dopo il Concilio Vaticano ll -che ha stabilito che anche le donne potessero accedere agli studi teologici- molte donne hanno portato alla luce attraverso i loro studi, le loro esegesi, il loro sguardo altro. È chiaro a tutti che nella parola “fratelli” sono sottintese anche le sorelle. Ma, una vita da “sottintese” alla lunga pesa. E a chi potevamo chiedere di volerci “nominare” se non a papa Francesco, che ha sempre dimostrato grande attenzione alle donne: quelle che lo hanno accompagnato personalmente nella sua vita, e quelle che durante il suo pontificato ha chiamato a ricoprire posti di responsabilità? C’è stata quindi delusione a vederci -ancora una volta- non…viste. 

Quello che dispiace è che il discorso “delle donne”, sia sempre lasciato alle sole donne. Come se fosse una questione loro e non una questione che con grande urgenza interpella tutta la Chiesa. Nel giorno di S. Francesco di Sales, patrono dei giornalisti, il papa ha invitato questi ultimi a non voler leggere e commentare il mondo solo con gli occhi del “mondo più ricco” Parafrasando questa frase, vorrei invitare tutti gli uomini a non voler leggere il mondo solo con gli occhi “da maschi”.  Mi sembra che sia questo il primo passo verso quella fratellanza autentica che tutti -uomini e donne- auspichiamo. Ma per poterlo fare occorre rendersi conto che questa millenaria esclusione dalla storia in generale e dalla Chiesa in particolare, ha causato ferite, prodotto discriminazioni, permesso soprusi e abusi, e fatto sì che schiere di donne abbandonassero la Chiesa. È solo quando avremo permesso a questa consapevolezza di farsi strada in tutti noi, che la vera fratellanza potrà iniziare a compiersi.