Partecipare, aderire, compromettersi

Partecipare, aderire, compromettersi

La storia di santità dell’essere umano qualunque


 

partecipazióne (ant. participazióne) s. f. [dal lat. tardo participatio –onis]. – 1. In generale, il fatto di prendere parte a una forma qualsiasi di attività, sia semplicemente con la propria presenza, con la propria adesione, con un interessamento diretto, sia recando un effettivo contributo al compiersi dell’attività stessa (dal vocabolario Treccani)

L’atto del partecipare è quello che vogliamo “scandagliare” in questo numero estivo. Un verbo attivo, che ci invita al movimento. Sinonimi possono essere: adesione, collaborazione, compromissione. 

Partecipando io aderisco a quanto è proposto, in un certo senso mi “comprometto” in questo percorso. Non mi limito ad esistere, ma collaboro, investo le mie energie. Partecipare è agire! 

Questo si applica per tutti i contesti della vita, compresa la mia vita di fede. Posso essere credente ma non praticante? Difficile immaginarlo, sapendo che la misura della nostra fede è data dall’amore che diamo agli altri. Amore concreto e reale, non platonico. I discepoli saranno riconosciuti dai “loro frutti” (Mt 7,20) e quindi sono chiamati a mettersi in gioco. 

La Chiesa, l’Azione cattolica, siamo noi. A noi di aderire, renderla casa accogliente, luogo di vita e di crescita. Non è compito del prete, ma cammino del singolo e dell’intera comunità. Ognuno con i suoi carismi e le sue capacità, ognuno con la sua unicità, per un unico grande progetto.  

Così la Chiesa diventa viva: quando ci compromettiamo per lei, quando ci sporchiamo le mani. Tutti sono invitati, nessuno escluso, e si realizza la sinodalità. 

Compromettersi significa aprirsi alla scoperta dell’altro, senza giudizio, con accoglienza. Per svelarne gli interessi, le capacità, le intuizioni, le ferite. Per costruire assieme una nuova comunità. Compromettersi vuol dire anche rischiare di fallire, ma provarci (e riprovarci) con fiducia.

Significa testimoniare la propria fede nella quotidianità; accogliendo quello che arriva, sapendo perdonare, donare e lodare.

Esattamente come fece P. Charles de Foucauld che è stato un segno di amore universale. 

Che senso può avere, ai giorni nostri, l’adesione ad Ac? Aderire è un modo per dire sì, per avventurarsi in una regola di vita che attraversa la quotidianità e che richiama continuamente all’essere in comunione tra credenti e aperti verso chiunque, perché tutto l’umano ci interessa e in ogni dimensione di vita scopriamo come amare di più, come essere prossimi ai poveri o essere poveri che si fanno prossimo, come mettere a frutto competenze e talenti perché altri ne godano e scoprano a quale meta grande sono chiamati” (https://www.chiesadimilano.it/news/chiesa-diocesi/essere-e-fare-lazione-cattolica-il-significato-di-una-scelta-296256.html).

L’Ac è una via per la santità, come lo fu per Rosario Livantino, magistrato italiano morto all’età di 37 anni, aderente anche lui ad Ac. Questi affermò che “Vivere la vita con la semplicità dell’uomo qualunque lo fa essere un uomo straordinario. Il Signore non ci vuole eroi, ci vuole grandi nella semplicità, come quella di Maria e Giuseppe, ci sono ma non ci sono, però lasciano il segno”.

Vi invitiamo allora a partecipare attivamente alla vita della nostra Chiesa locale e della nostra Ac, ad aderirvi, per renderla una comunità che porta frutti e la nostra via della santità, attraverso atti di quotidiana ordinarietà