Per una Chiesa sinodale: comunione, partecipazione e missione

Per una Chiesa sinodale: comunione, partecipazione e missione

Un invito a camminare tutti assieme nel bene comune


I gesti e le parole di Papa Francesco manifestano una marcata coerenza: questo suggerisce che egli ha un preciso disegno relativo alla vita e al rinnovamento della Chiesa. Per questa ragione, non è necessario seguire cronologicamente la riflessione sulle sue esternazioni. Questa volta, perciò, partiamo da un tema, già da lui indicato, ma proclamato con forza negli ultimi tempi: sinodalità, la realtà sinodale/conciliare della Chiesa. I non più giovani, ricordano la sorpresa e l’interesse suscitato al momento dell’annuncio da parte di Giovanni XXIII e poi la celebrazione del concilio Vaticano II (1962-1965). In seguito, alcune Chiese locali, come le diocesi svizzere hanno celebrato un sinodo (anni settanta), assemblea ecclesiale costituita da vescovo, clero, laici. Anche questa una grande novità. Adesso, Papa Francesco chiama tutta la Chiesa a realizzare e percorrere un cammino sinodale. Che cosa intende? Che cosa comporta questo invito? Prima di rispondere, e senza entrare nelle questioni storiche, è bene ricordare che la dimensione conciliare/sinodale è sempre esistita nella Chiesa, fin dai primi secoli. Anche se nell’antichità, i primi grandi concili, sono stati convocati dagli imperatori di Costantinopoli, il concilio o un sinodo è sempre stato di solito una riunione di vescovi che nella preghiera e nel dialogo hanno cercato soluzioni comuni, necessarie all’unità della Chiesa e alla sua testimonianza della fede. I termini aiutano a capire la realtà. L’etimologia di concilio dice: convocazione, chiamare, convegno, cioè, incontro e scambio, dialogo; sinodo, camminare insieme. Fin dall’inizio del suo ministero di vescovo di Roma, Francesco chiama la Chiesa a questo movimento: camminare insieme, per vivere insieme, per testimoniare in modo nuovo, in un mondo così cambiato, con un linguaggio nuovo, la verità eterna del vangelo. Così, dopo avere negli ultimi anni, ripetuto e continuamente richiamato il tema conciliare/sinodale, Francesco ha, recentemente, tracciato un cammino sinodale (un processo, per ricordare un termine che egli ama molto). Questo percorso è disegnato in modo tale che tutta la Chiesa, non soltanto vescovi e clero, sia partecipe e corresponsabile. Ogni battezzato, rispettate le responsabilità dei singoli, deve sentirsi partecipe di questo processo. Nella confessione dell’unica fede, tutti siamo corresponsabili, indipendentemente dalla condizione personale. Un antico principio cristiano afferma che quello che interessa tutti, deve essere deciso da tutti (cioè assieme). Nella Chiesa ci sono i battezzati chiamati a un ministero, con una grande responsabilità personale, ma anche collegiale; e ci sono, e sono la maggioranza, tutti i battezzati, non soggetti passivi ma partecipi del bene comune ecclesiale. Il sinodo annunciato dal Papa “Per una Chiesa sinodale: comunione, partecipazione e missione”, è strutturato su tre momenti: dopo l’apertura solenne in Vaticano, da parte di Papa Francesco (9-10 ottobre), una prima fase diocesana, con ampia consultazione del popolo di Dio, e un attento discernimento da parte dei pastori, (2021-2022); una fase continentale, di dialogo e discernimento (fino marzo 2023) e infine la fase universale a Roma, che conclude il percorso nell’ottobre 2023. Un progetto, grande, coraggioso, che ci attende, e su cui torneremo.