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Quando i soldati russi invasero il Ticino
Il passaggio dell’esercito di Suvorov
La guerra è ritornata in Europa, con il suo terrificante e macabro scenario. Il nostro continente, che pensavamo stabilmente in pace, rivive la storia dei secoli precedenti in cui si susseguivano regolarmente invasioni e conflitti armati. L’itinerario proposto in questo mese vuole ricordare un momento in cui la Svizzera fu proprio invasa… dalla Russia.
Era il 15 settembre 1799: un esercito composto da 22’000 soldati attraversa il confine a Ponte Tresa e si dirige verso Bellinzona con l’intento di varcare il San Gottardo. Siamo nel contesto delle continue guerre che opponevano le grandi monarchie europee alla Francia rivoluzionaria, in quegli anni turbolenti di fine Settecento. L’armata russa era guidata dal generale Aleksandr Suvorov (1729 –1800), con il compito di liberare dalle truppe francesi il nord Italia e la Svizzera, dominata dai francesi dal 1798 e ribattezzata Repubblica elvetica (1798 – 1803). Dopo una prima battaglia ad Airolo (con 600 caduti), l’esercito russo si scontrò con quello francese nelle vertiginose gole della Schöllenen, dove ne uscì vincitore dopo una furiosa battaglia sui precipizi, in cui perirono ben 900 russi. La campagna in terra elvetica di Suvorov non andò a buon fine, a causa anche del mancato sostegno logistico e militare dell’alleato asburgico. Finito in disgrazia, Suvorov morì l’anno seguente a San Pietroburgo, ma le sue gesta lo videro poi rivalutato in patria e all’estero.
L’itinerario di questo mese si snoda su alcuni luoghi legati al passaggio dell’esercito di Suvorov, con l’intento di riflettere sull’importanza di perseguire e mantenere la pace e l’armonia tra le nazioni: “Nulla è perduto con la pace. Tutto può esserlo con la guerra” (Pio XII). Ecco le tappe: a Bedano troviamo una targa che testimonia il passaggio di Suvorov lungo la Strada Maestra. A Faido il generale dormì nell’ostello del Convento dei Cappuccini, si può cogliere l’occasione per visitare la bella chiesa conventuale e il borgo leventinese. Salendo verso Airolo, nelle gole dello Stalvedro, si può immaginare la manovra diversiva compiuta da Suvorov per superare i francesi dal fianco della montagna… Sulla Tremola, prima del culmine del San Gottardo, si trova incisa su una masso una dedica al generale (Suvorovii Victoriis) datata 1806, con accanto un busto recentemente posato a ricordo della fatica con cui l’esercito russo avanzava sul ripido sentiero, con lo stesso Suvorov costretto a procedere a piedi per la mancata fornitura dei mezzi (asini e cavalli) promessi dall’Austria…
Sul Passo del Gottardo in posizione panoramica è stata posata nel 1999 (a duecento anni dall’evento) una bella statua equestre del generale, che commemora il passaggio del 1799. Scendendo nel canton Uri, si arriva al Ponte del Diavolo, tra Andermatt e Göschenen, in un crogiuolo di storia. Ecco il memoriale Suvorov aggrappato alla roccia, commissionato nel 1899 dalla Russia in onore del generale e dei militari russi caduti. Il luogo è impressionante. La bandiera Russia sventola accanto a quella Svizzera (così dovrebbe essere, bandiere che sventolano nella pace non nella guerra). Speriamo che l’Europa non si debba ricoprire di nuovo di monumenti ai caduti e cimiteri di guerra. Se la storia fosse davvero maestra di vita…