“Senza sua moglie, San Nicolao della Flüe non sarebbe l’uomo che fu”

“Senza sua moglie, San Nicolao della Flüe non sarebbe l’uomo che fu”

Pellegrinaggio a Sachseln sulle orme di Dorothee Wyss


La sveglia é suonata presto, sabato 9 ottobre, per la trentina di pellegrine e pellegrini in viaggio a Sachseln e al Flüeli-Ranft per andare alla scoperta di Dorothee Wyss, la pressoché sconosciuta moglie di Nicolao della Flüe. Alla proposta, arrivata dall’Unione Femminile, ha aderito anche la “Confraternita delle Consorelle” del Mendrisiotto (zona della “Montagna”).
Una volta arrivati a Sachseln per prima cosa i pellegrini hanno potuto familiarizzare
con la figura di Dorothee, attraverso la mostra dedicatale dal Museo Bruder Klaus.  Una mostra anche logisticamente intrecciata con quella permanente su Bruder Klaus: due piani dedicati al marito, due alla moglie! All’entrata del museo ci accoglie un pannello che riporta – declinato in centinaia di riproduzioni diverse, attraverso i secoli- il volto di Nicolao. Quello di Dorothee non è pervenuto. Di lei non vi sono né immagini, né voci, né scritti di suo pugno e rarissime sono le fonti in cui è menzionata.  Eppure, senza di lei, Nicolao non sarebbe divenuto l’uomo che fu e che la storia ci racconta. Questa, ormai, è una certezza anche e soprattutto grazie al lavoro del massimo studioso svizzero di San Nicolao, Roland Gröbli, che dopo l’anniversario dei 600 anni dalla nascita del santo patrono della Svizzera, ha sentito il bisogno di indagare anche sulla figura di Dorothee Wyss, la donna che fu sua compagna di vita dall’età di 15 anni e che gli diede,  oltre a dieci figli, anche l’assenso, la forza e il necessario sostegno, per seguire la vocazione che lo volle eremita dall’età di 50 anni fino alla sua morte. 
Dopo la visita alla mostra, c’è stato il momento della messa nella chiesa parrocchiale di Sachseln, celebrata da don Sergio Carettoni. Un momento molto intenso sia per il luogo, sia per le parole di don Sergio che hanno ribadito nell’omelia quanto la voce delle donne, oggi come già 600 anni fa, è importante perché il messaggio del Vangelo possa dispiegarsi in tutta la ricchezza della sua tavolozza cromatica. Don Sergio ha sottolineato le sue parole coinvolgendo nell’omelia anche la presidente dell’UFCT. Un gesto di condivisione che ha colpito tutti i presenti. 
Poi, dopo il pranzo condiviso e un saluto ai luoghi di Nicolao, il programma ha portato tutti all’ultimo appuntamento della giornata, alla cappella del Flüeli, dove il parroco di Sachseln, padre Joseph Rosenast, nel corso di una conferenza in italiano, ha ripercorso i suoi sforzi presso la santa sede, perché Dorothee possa essere venerata insieme a San Nicolao. Non, quindi, un cammino di santità “in solitaria” per Dorothee (come è successo per Nicolao), ma un percorso della coppia affinché ispiri anche le coppie di oggi. Perché una storia d’amore come quella di Nicolao e di Dorothee ha ancora molto da dire anche ai giorni nostri. Perché domande come “quanta lontananza può tollerare un amore” e “come sostenere l’uno la vocazione dell’altra” non solo restano attuali anche oggi, ma forse addirittura dovrebbero costituire la base di ogni nuovo vincolo sacramentale. 
Una giornata di amicizia e condivisione, ancora più gradita dopo il lungo periodo di distanziamento patito a causa del Covid. 
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