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Teresa di Lisieux: una carmelitana dal cuore missionario
Dalla clausura un amore oltre le barriere
Teresa di Lisieux non è mai uscita dal suo convento in Normandia e tuttavia, due anni dopo la sua canonizzazione, nel 1927 è dichiarata patrona dei missionari: l’amore che lei è non ha barriere né frontiere e, insieme al suo spirito missionario, giustifica questo mandato universale.
La vita di Teresa è breve e semplice: nasce nel 1873 in una famiglia molto religiosa e in una Francia che si dichiara sempre più atea. La mamma muore quando lei ha solo 4 anni. Entra al Carmelo di Lisieux a 15 anni, con il desiderio di diventare una grande santa. Ma l’attende un periodo inaspettato di aridità, di grandi difficoltà: la via della perfezione è troppo difficile per lei. La vita tra le mura del convento è particolarmente dura, e le relazioni più complicate del previsto. Pur in questa condizione opprimente ella resta aperta allo Spirito e scorge pian piano la sua vocazione: Teresa sente e descrive la profonda verità dell’Amore quale centro e cuore della Chiesa e decide di essere lei stessa questo Amore attraverso “la piccola via”. Una via tutta nuova, breve, da cogliere nel quotidiano. Non è necessario imporsi atti di ascesi o sacrifici impossibili, ma piuttosto restare piccoli, come bambini, nell’abbandono fiducioso all’amore di Dio. Vive in umiltà i propri limiti e va così ad esercitare l’amore misericordioso di Dio per lei, diventando lei stessa amore. Un’intuizione, questa, che introduce una nuova relazione con Dio e una…dottrina, un insegnamento per cui Teresa di Lisieux sarà proclamata dottoressa della Chiesa. Teresa ha comunque uno spirito missionario, da sempre nutre il desiderio di partire in missione in terre lontane. Le Carmelitane di Lisieux avevano fondato un monastero a Saigon, in Vietnam, e nel 1895 fondano ad Hanoi un altro monastero. Quando giunge la richiesta per avere nuove suore in Asia, Teresa sogna di partire missionaria ma non riesce a farsi mandare laggiù a causa della sua salute: si manifestano infatti i primi sintomi di tubercolosi. La madre superiora, Maria di Gonzaga, le affida allora, quali fratelli spirituali, i missionari Maurice Bellière e Adolphe Roulland, due sacerdoti missionari rispettivamente in Africa ed in Cina. Teresa accoglie con gioia questo nuovo mandato come una missione. Prega intensamente, con autentica partecipazione, per il loro lavoro apostolico. Scrive loro lettere di condivisione e di incoraggiamento pur non avendoli mai incontrati di persona. Ma Teresa sente avvicinarsi la sua morte e vive interiormente una profonda crisi della fede. Un buio che non l’abbandonerà più fino alla morte. Medita di abbandonare il monastero. Ciò nonostante combatte e non smette di stare vicino ai missionari affidatigli. Scrive a Padre Bellière:” Non conosco l’avvenire; tuttavia se Gesù realizzerà i miei presentimenti, le prometto di restare anche Lassù la sua piccola sorella. La nostra unione, invece di esser spezzata, diventerà allora più intima, non ci sarà più clausura, non ci saranno più grate e la mia anima potrà volare con lei nelle missioni lontane. I nostri ruoli resteranno gli stessi: a lei le armi apostoliche, a me la preghiera e l’amore… (LT 220). Teresa muore il 30 settembre 1897 a soli 24 anni.