Un cammino da percorrere assieme

Un cammino da percorrere assieme

L’AC di domani: amicizia, condivisione e formazione


La vita è un viaggio da farsi in compagnia, con l’incarico dell’annuncio ai fratelli che incontriamo.
Mi è capitato tante volte di mettermi in cammino con amici, uomini e donne, con cui abbiamo passato momenti di esultanza e condiviso anche momenti di dolore. La condivisione, vissuta nell’intimità di una casa, con una frequenza ravvicinata, ci ha legati in un’amicizia che ci ha permesso di avere iniziative di formazione da trascorrere insieme con il risultato di sentirci più amici di prima, perché ha permesso la conoscenza delle pieghe intime di sé.
La frequentazione di corsi ci ha legato alla maestra al punto che è divenuta pure lei punto di riferimento e persona con cui confrontarsi prima e durante i giorni di corso. La convivenza è sicuramente un ambiente di ricchezza incomparabile.
Dentro la nostra amicizia abbiamo più volte intrapreso il cammino per i sentieri di montagna, attraverso il paesaggio scelto e condiviso per giornate intere. Abbiamo vissuto insieme anche le vacanze estive e, non un anno, ma venti e più anni.
A dire il vero siamo come una associazione senza chiamarci in tal modo. 

INCONTRI DI PREGHIERA NELLE PAUSE DEL CAMMINO.
L’esperienza che ho raccontato è quella indicata dal vescovo Valerio nella sua lettera, riprendendo il Vangelo di Marco quando Gesù ha inviato i discepoli, non singolarmente, ma a due a due e con la sua autorità. Li ha inviati con i sandali ai piedi e con il bastone in mano perché, calzature idonee e un bastone in mano, sono una sicurezza per dare al corpo il necessario slancio per superare le difficoltà del corpo stesso e le difficoltà incontrate nel cammino (acqua, spine, sassi, salita, scalini troppo alti, stanchezza di vecchiaia).
Anche noi di AC adulti e famiglie abbiamo ricevuto dal Vescovo la proposta di tornare a vivere questi momenti di incontro, di cammino, di mete da raggiungere in riflessione e in preghiera, in amicizia e in figura di Chiesa in cammino.
Giornate di ritiro in un luogo adatto alla scoperta della ricchezza delle persone, alla preghiera e al raccoglimento, pur di renderci amalgamati, pur di sentirci testimoni, pur di sentirci poi inviati.
Fossimo invitati a fare questa esperienza saremmo pronti a dire di sì, a rimandare altri impegni per vivere questa crescita interiore?
Chiedo questo perché ho l’impressione che nel nostro vivere lasciamo emergere ognuno le proprie priorità a discapito dell’esperienza religiosa e dell’incontro fisico e in presenza comunitaria.

LA PAROLA AL VESCOVO VALERIO
“La dimensione contemplativa della vita diventi il luogo privilegiato per la riscoperta di un’autentica libertà interiore da ogni forma di impaccio e di groviglio dei cuori. Sarà solo un autentico cammino di preghiera ad accendere in tutti l’inizio di un processo continuativo di conversione. Impariamo a lasciarci trasformare dalla presenza sempre viva del Signore in mezzo a noi. (…) Siano riscoperti e valorizzati momenti significativi per questo cammino come l’accompagnamento spirituale, la lectio divina personale e di gruppo, gli esercizi spirituali, i tempi di preghiera, i momenti di ritiro, l’ascolto ritmato della Parola di Dio, sia personale sia comunitario, domestico e pubblico.”
(I cristiani? Quelli della via! N.21).