Un cuore umile, bisognoso di Dio

Un cuore umile, bisognoso di Dio

“Non c’è santo senza passato e non c’è peccatore senza futuro”


Allestendo questo numero di Spighe tante parole mi girano per la testa: modestia, umiltà, povertà. Frugalità è la “parola chiave” che mi rimanda il sussidio di Azione Quaresimale. Spesso in questo periodo mi sono fermata a pensare ai soldi, al loro utilizzo, alle possibilità che ci sono nell’averli (sicuramente), ma forse anche nel non averne troppi. Viene spontaneo pensare alla condivisione. E mi vengono in mente i tanti anziani che ho visitato negli anni, che mi hanno colpito, seppur  vivessero condizioni molto modeste, con la loro generosità. Un gentiluomo in particolare, affetto da demenza, ci teneva che io ogni volta portassi a casa qualcosa. Era il suo modo per dimostrarmi quanto era contento che io fossi passata a trovarli. Una volta una pera, l’altra una mela, una volta addirittura un cocomero … 

Ricordo la gioia, nei suoi occhi, nel potermi donare qualcosa. Impensabile che me ne andassi a mani vuote (e ci ho provato!). Abitava in una casa vecchia, piccola, poca luce; un seminterrato. Eppure in loro compagnia era come se tutto ciò scomparisse, tanta la luce che emanava dall’incontro e dalla gioia di condividere un momento. 

Non intendo assolutamente dire che chi è più abbiente, è per forza meno generoso. Ma in quell’ambiente così modesto di fatto non mi è mancato nulla. 

Ce lo insegnano regolarmente i nostri anziani: quando hai poco, sei più oculato nella spesa, guardi alla qualità, ci pensi 4 volte prima di acquistare, fai delle scelte mirate.  Ma quando raggiungi l’obiettivo, quella cosa è importante, ha un valore particolare, è ancora più preziosa. 

Lo stesso capita nei momenti difficili della vita, in cui ti trovi nella condizione di sentirti bisognoso. Avere poche o nulle opzioni mi ha sempre (più o meno direttamente, a dipendenza delle mie resistenze) ricondotta a Dio. Ogni esperienza difficile mi ha edificata e fortificata, anche quando non l’avrei mai immaginato possibile. 

Gesù ascolta il grido del povero e si identifica con lui. Ultimo fra gli ultimi. Diceva papa Francesco nel 2016 che essere cristiani non ci rende impeccabili, la vita cristiana è una scuola di umiltà. Gesù ha sottolineato, sedendosi accanto ai peccatori, che la Chiesa non è composta da gente perfetta, ma da discepoli in cammino, peccatori che si riconoscono bisognosi del suo amore e del suo perdono. Papa Francesco afferma inoltre: “Non c’è santo senza passato e non c’è peccatore senza futuro”. Tutti siamo bisognosi di salvezza e di misericordia. Gesù conosce le nostre infermità e le sana, dobbiamo solo affidarci a lui.

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