Vincere il male con il bene: la preghiera, la verità e il perdono

Vincere il male con il bene: la preghiera, la verità e il perdono

“Beati gli operatori di pace perché saranno chiamati figli di Dio” (Mt 5,9)


Originariamente avremmo voluto dedicare questo numero della nostra rivista al tema “Popolo di Dio”. Avremmo voluto approfondire il tema della Chiesa, del ruolo e della responsabilità del singolo in questo contesto. La Chiesa che è “frutto della stessa Trinità nel suo agire per il bene del mondo” (LG 2-4). Una Chiesa dove tutti sono amati, rispettati, dove godono della libertà dei figli di Dio. Nessuno escluso. Tutti uniti, fratelli e sorelle, secondo uno spirito missionario, a servizio del bene comune. Una Chiesa che travalica i confini, le diversità, le razze. Fratelli e sorelle, figli/e di Dio Padre. 

Quando siamo già a buon punto, per l’allestimento del numero, ecco che accade quello che non avremmo più voluto vedere. È il 24 febbraio 2022, le forze russe invadono l’Ucraina nelle prime ore del mattino. Inizia la guerra. In pochi giorni una nazione viene devastata: le abitazioni vengono abbattute, nelle città si combatte. Uomini, donne e bambini perdono la vita. A livello internazionale ci si muove per cercare di fermare il conflitto e creare dei corridoi umanitari per soccorrere chi è rimasto bloccato in quei territori. Le televisioni trasmettono quotidianamente informazioni dalle zone di guerra, per quanto possibile. Il Papa stesso si muove in prima persona e si reca in visita dal console russo. Il 6 marzo, all’Angelus, afferma: “La Santa Sede è disposta a fare di tutto, a mettersi in servizio per questa pace”

“In quel paese martoriato – ha continuato – cresce di ora in ora la necessità di assistenza umanitaria. Rivolgo il mio accorato appello perché si assicurino davvero i corridoi umanitari. Sia garantito e facilitato l’accesso degli aiuti alle zone assediate per offrire il vitale soccorso ai nostri fratelli e sorelle oppressi dalle bombe e dalla paura”. “Ringrazio tutti coloro che stanno accogliendo i profughi, soprattutto imploro – ha di nuovo sottolineato – che cessino gli attacchi armati e prevalga il negoziato. Prevalga pure il buonsenso, si torni a rispettare il diritto internazionale”.

In ogni nazione europea sono organizzati cortei che chiedono che le ostilità cessino immediatamente. Il sostegno al popolo ucraino viene dimostrato con la raccolta e l’invio di indumenti, alimenti e farmaci di primo soccorso. La catena della solidarietà lancia una colletta che riceve moltissime adesioni. 

“Beati gli operatori di pace perché saranno chiamati figli di Dio” dice Gesù. Ma chi sono gli operatori di pace? Nel contesto della guerra verrebbe di pensare a coloro che, da ogni nazione, stanno facendo una cordata per mediare la pace. 

Essere operatori di pace è un compito che deve assumersi ognuno di noi, perché non basta invocarla nelle piazze, bisogna educarsi alla pace, viverla ogni giorno. Non si tratta di schierarsi dalla parte del più debole per “vincere” l’altro con la forza delle armi. È aiutare ad instaurare un dialogo, con lo scopo di creare un cammino che porti, passo dopo passo, i due contendenti nella giusta direzione. 

Il 1° gennaio del 2012, Papa Benedetto XVI disse che gli operatori di pace sono “tutti coloro che, giorno per giorno, cercano di vincere il male con il bene, la verità, la preghiera, il perdono».

Noi, membri del popolo di Dio, siamo chiamati ad essere operatori di pace.