ANDATE IN TUTTO IL MONDO…

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Il moto di una “piccola anima”


Andare indica il movimento. Alzarsi e muoversi. Oltre all’idea immediata alla “Chiesa in uscita” espressione tanto cara a Papa Francesco, fatta di azioni e modalità nuove, si pensa subito al movimento.

Primo passo è il movimento del cuore.

“Partire” ascoltando la Parola di Dio e l’ispirazione dello Spirito Santo.

Questo viaggio è possibile a chiunque e in qualsiasi situazione.  La missione è un moto dell’anima che va oltre gli spazi e i luoghi.

La storia di Santa Teresa di Lisieux è emblematica. Lei è patrona delle missioni, ma in realtà in missione, nel senso classico del termine, non è mai andata! …e tra l’altro contro il suo grande desiderio di farlo…

Santa Teresa di Gesù Bambino (1873-1897), anche conosciuta con il nome di Santa Teresina, per distinguerla da Santa Teresa d’Avila, Dottore della Chiesa, ha vissuto la sua breve vita offrendosi a Dio, aiutata anche da un contesto familiare speciale. Infatti tutta la famiglia era molto religiosa tanto che i genitori, i coniugi Martin, sono stati anche loro canonizzati, e le sue sorelle Paolina, Maria, Leonia e Celina tutte consacrate a Dio, hanno in corso dei percorsi di riconoscimento delle loro virtù.

La vita di Santa Teresina si è caratterizzata dall’offerta alla volontà di Dio. Lei bruciava ardentemente per “portare anime a Dio”, e lo ha fatto con la preghiera e donando al Signore le sue grandi sofferenze: malattie varie l’hanno afflitta nel corso degli anni. I gravi problemi di salute si sono acuiti nell’ultimo periodo della sua esistenza, conclusasi all’età di 24 anni. Sembrava ardere di desiderio di non perdere tempo, cercando di precorrere le tappe per raggiungere i suoi obiettivi, tra cui quello di entrare precocemente nel Carmelo (permesso ottenuto per concessione del papa Leone XIII).

“Com’è grande dunque, la potenza della Preghiera! La si direbbe una regina che ha sempre libero accesso presso il re e può ottenere tutto ciò che chiede […] Per me, la preghiera, è uno slancio del cuore, un semplice sguardo lanciato verso il cielo, è un grido di riconoscenza e d’amore in mezzo alla prova come in seno alla gioia; infine, è qualche cosa di grande, di soprannaturale, che mi dilata l’anima e mi unisce a Gesù.” (tratto da “Storia di un’anima”)

La missione è per tutti, non solo per pochi. Partire lasciando la nostra comfort zone muovendosi verso l’altro. Nel cammino è necessario guardarsi intorno, vedere chi ci è accanto, essere attenti ed empatici, facendoci prossimi con chi il Signore ci fa incontrare. 

Nel mandato che Gesù fa ai discepoli è interessante l’invio “a due a due”. La condivisione del cammino è fondamentale, la complementarietà porta ad una visione maggiormente completa.

Si va a predicare il Vangelo, quindi a portare la Parola di Dio, non tanto la “nostra” verità. Solo in un’adesione al Magistero della Chiesa si vive in pienezza il mandato missionario. Saper coniugare lo slancio missionario, con l’umiltà dell’accettare di essere piccoli strumenti nelle mani di Dio. Come non pensare alle belle e illuminanti espressioni di santa Teresina “…io sono un pennellino che Gesù ha scelto per dipingere la sua propria immagine nelle anime affidatemi” e ancora: “…io sono il pennellino piccolo di cui Egli degna servirsi poi per i minimi dettagli”. 

La missione è sempre e solo unita all’amore, alla compassione. Essere consapevoli che l’evangelizzazione è parte integrante dell’essere cristiani. La fede è un dono da condividere, e non si può trattenere.