Caro Gesù bambino …

Caro Gesù bambino …

Cosa vedo guardandomi allo specchio?


Anche quest’anno siamo arrivati al Natale, il periodo in cui da bambini era un po’ quello della “resa dei conti”. Dello “scrivi la letterina e se hai fatto il bravo, Gesù bambino ti porterà un regalino”. 

In questo numero di Spighe ci interroghiamo su quale sia il volto del cristiano, cosa dovremmo vedere guardandoci allo specchio, che rifletta la nostra fede? Quali le caratteristiche che dovrebbero evidenziare il nostro “stato di fede” e di vita? 

Che cosa alla fine distingue una persona che ha incontrato Gesù, vivo e vero?

Quello che penso di aver capito è che l’essere cristiani è una scelta di vita, che va rinnovata ogni giorno, direi quasi ogni momento. A ogni bivio, dobbiamo scegliere “da che parte stare”. Come/cosa farebbe Gesù se fosse qui ora, nel 2022, e camminasse nelle mie scarpe? 

Dalla scelta, prima fra tutti quella di aderire alla proposta di Gesù e della Chiesa, si srotola una vita fatta di “stop and go”, di inciampi e di ripartenze, faticose salite e giocose discese. 

La cosa importante è innanzitutto partire, senza paura di quello che sarà. Fiduciosi che pur nell’inciampo, ci sarà l’amico, il fratello, pronto a darti una mano per rialzarti e ripartire. In questo numero troverete la gioiosa “ri-partenza” dei campi formativi, indirizzati ai cresimandi, organizzati dai nostri giovani di ACG. 

Emerge la festosa testimonianza: il cristiano non è noioso e musone! Affronta la vita con creatività e gioia, è capace di condivisione. 

Luigi poi nel suo articolo ci riporta coi piedi per terra. Si, perché dobbiamo essere aderenti al nostro tempo ed estremamente concreti nel nostro vivere. Mai dimentichi delle difficoltà del fratello, disposti all’ascolto e all’aiuto. Come ci hanno testimoniato con la vita Gianna Beretta Molla, di cui si è festeggiato il 100° anno dalla nascita lo scorso 4 ottobre, e mons Ernesto Togni, ricordato da Giuseppe Zois, deceduto lo scorso 11 novembre. 

Il volto del cristiano è il mio volto, quello che ogni mattina vedo nello specchio. Io sono la Chiesa, a me di darne una testimonianza efficace, non tanto a parole quanto nelle piccole scelte della quotidianità. Attraverso di me, pur consapevole dei miei limiti, deve splendere quella luce che testimonia l’incontro che veramente salva la vita! 

Questo è il Natale, l’apertura a quell’incontro salvifico, che prende senso nell’incontro con l’altro, e dividendo si moltiplica.