Dalla casa alla parrocchia

Dalla casa alla parrocchia

Per riscoprire la fede, abbiamo bisogno di relazioni ben ancorate a Gesù


“Il regno di Dio è vicino”. Questa frase, con cui prende avvio il vangelo di Marco, è innanzitutto l’ annuncio di una verità di fede: il regno di Dio è qualcosa alla portata di tutti, perché vicino a tutti. Gesù lo afferma in modo perentorio anche se probabilmente non sempre il concetto è capito facilmente. Io stesso mi ricordo che ci ho messo parecchio per comprendere questa parola… mi domandavo… che cosa intende con questo Gesù?

Se è vero che la mia conversione a Gesù è passata soprattutto dal cercare i frutti della fede, è altrettanto vero che, per arrivarci, ho dovuto essere accompagnato da chi ha già tracciato il cammino. Partendo da Gesù, passando dagli apostoli, ai battezzati nel nome di Cristo, ai martiri… per arrivare ai nostri giorni dove Gesù invisibilmente ma soprattutto fedelmente si fa prossimo grazie a persone che si mettono a disposizione per farci incontrare i frutti di Cristo. 

Le cellule parrocchiali di evangelizzazione, che frequento da qualche anno a Tesserete (ne sono attive in più parrocchie ticinesi), sono state molto importanti per riuscire a vivere personalmente e comunitariamente la fede. Grazie agli incontri settimanali in casa di un membro delle cellule, si cresce insieme nella fede, in Gesù e con il prossimo. Così “il regno di Dio è vicino”. Perché se è vero che Gesù passa e resta accanto ad ognuno di noi, è altrettanto vero che la fede in Cristo ci induce a farci prossimi di chi è in difficoltà, di chi ha bisogno di consolazione, a pregare per i malati, a cercare le parole giuste con chi è nello sconforto, a portare da mangiare all’affamato. 

Non a caso, le cellule parrocchiali di evangelizzazione si incontrano ogni settimana nelle case di uno dei propri membri, proprio laddove le persone vivono la loro intimità, le loro difficoltà, il dolore, la gioia. “È un’esperienza genuina di evangelizzazione – racconta don Gabriele Diener, referente nazionale per le cellule – che assomiglia molto a quanto avveniva nei primi tempi della Chiesa. Lo ricorda l’apostolo Luca, negli Atti degli Apostoli, quando accenna che i credenti «ogni giorno tutti insieme frequentavano il tempio e spezzavano il pane a casa prendendo i pasti con letizia e semplicità di cuore, lodando Dio e godendo la simpatia di tutto il popolo» (At 2,46-47).” 

“È necessario innanzitutto fare una premessa – prosegue don Gabriele – ossia che le cellule parrocchiali di evangelizzazione non appartengono a movimenti ecclesiali, ad associazioni, gruppi di apostolato o di preghiera, forme di vita religiosa particolari o altro ancora. Le cellule sono nate da una nuova esperienza di Chiesa che non entra in nessuna categoria già conosciuta. Il motivo è, di per sé, piuttosto semplice. Se vogliamo abbinare il sistema delle cellule parrocchiali di evangelizzazione a qualche struttura o istituzione ecclesiale, allora dobbiamo parlare solamente della parrocchia e di null’altro. Infatti, questa è la sola identità nella quale esse si riconoscono e appartengono – conclude. Siamo così al cuore di ogni esperienza pastorale della Chiesa”.