DIO SCEGLIE IL MEGLIO PER NOI

DIO SCEGLIE IL MEGLIO PER NOI

Lasciar andare il vecchio per accogliere il nuovo


Come si prende una decisione? Nel 1838 lo scienziato Charles Darwin doveva scegliere se sposarsi oppure no; si mise allora a compilare con rigore un “Bilancio logico” delle ragioni pro o contro il matrimonio, un manoscritto che è ancora conservato presso la biblioteca dell’Università di Cambridge. Al termine delle sue riflessioni prevalsero gli svantaggi, ma nonostante ciò si sposò, dopo aver concluso: “Ci sono molti schiavi felici”.

Questo aneddoto dà ragione a quanto sostenuto da Carl Gustav Jung, il grande psicoanalista e accademico svizzero: “Le grandi decisioni della vita umana hanno a che fare più con gli istinti e altri misteriosi fattori che con la volontà cosciente, le buone intenzioni, la ragionevolezza”.

Recenti esperimenti in campo neurologico hanno dimostrato, attraverso risonanze magnetiche funzionali, che in un processo decisionale noi sappiamo già cosa scegliere, prima che la nostra mente lo verbalizzi: come se le decisioni, dalla più banale alla più esistenziale, fossero prese dall’anima, non dal cervello. 

Certo è che scegliere comporta sempre un’inquietudine. Scegliere significa perdere, come ben narrato nella favola di Alba Marcoli “Il principino che non sapeva perdere”: un bambino si trova in mezzo a un quadrivio, e non sa quale strada scegliere; così sta seduto, e non va da nessuna parte, per paura di perdere la possibilità giusta. Finché un vecchio gli dice “Il tuo problema è quello di non saper perdere. Se non accetti di perdere le altre tre direzioni, non potrai più muoverti di qui”. Lo smarrimento del bambino ben rappresenta il momento di crisi di fronte a una scelta, che tutti abbiamo conosciuto, peraltro “crisi” significa proprio “scelta”. E nelle svolte della vita ci rendiamo conto di quello che perdiamo prima di sapere quello che troveremo. Una scelta ci può far sentire amputati, ma proseguiamo: abbiamo il dovere di cercare tenacemente quello che ci fa sentire vivi.

Noi cristiani siamo aiutati nel discernimento, perché sappiamo che qualunque cosa scegliamo, Dio sceglie il meglio per noi. A volte ci capita di scegliere una strada, eppoi di adattarci a percorrerne un’altra: occorre accettare la volontà di Dio, anche quando è diversa dalla nostra. La saggezza antica sosteneva che quando gli Dei vogliono punirci, esaudiscono i nostri desideri: Dio ci dà quello che ci serve, non ciò che vorremmo; e solo a posteriori capiamo che è stato meglio così. 

La storia biblica del Re Salomone, che affida un figlio conteso da due madri a quella disposta a perderlo purché lui sopravviva, ci insegna che a volte lasciare andare è amare veramente. La vera forza consiste nel rinunciare alle cose che più si amano. Vince chi fa un passo indietro, sì, vince chi sa perdere. E la persona più forte è quella che sa mostrare la propria vulnerabilità.

Non sempre la scelta è facile; ecco le parole del poeta Robert Frost: “Divergevano due strade in un bosco, ed io… io presi la meno battuta, e di qui tutta la differenza è venuta.” Grazie, Monsignor Lazzeri, per avercelo ricordato. E per la Sua scelta che ha la forza e la generosità che vengono da una coscienza retta e formata sulla Parola. Siamo certi che nella Sua musica c’è ancora un posto per noi.