MISSIONARI A “CHILOMETRO ZERO”

MISSIONARI A “CHILOMETRO ZERO”

La via degli ultimi


In questa epoca post-globale tutto è instabilità ed emergenza, il quadro geopolitico cambia in continuazione. Guerre, catastrofi naturali correlate ai cambiamenti climatici, persecuzioni, crisi economiche spingono milioni di persone a spostarsi verso altre terre. L’ ONU ha calcolato che se nel 2019 le persone costrette alla fuga nel mondo erano 71 milioni, oggi sono cento (di cui 7 milioni ucraini). Altri cento milioni sono sfollati (dal Corno d’Africa, dalla Siria…). 

Nell’estate 2016 migliaia di migranti si riversarono sul confine tra Como e la Svizzera, occupando il parco ai piedi della stazione San Giovanni. A prendersene cura dal lato svizzero, a Chiasso, Don Gianfranco Feliciani, dal lato italiano, a Como, Don Giusto Della Valle, e con loro tantissimi volontari, presenti sin dai primi giorni per distribuire pranzi, vestiti, accompagnare chi ne aveva necessità alle visite mediche o negli uffici pubblici, offrire conforto. Svizzeri e comaschi si sono uniti “camminando insieme sulla via degli ultimi”, offrendo la testimonianza di una via solidale per il futuro, dato che “Le migrazioni costituiranno un elemento fondante del futuro del mondo” (Fratelli Tutti, 40).  La loro azione comune è proseguita negli anni, tanto che tuttora presso la parrocchia di Rebbio, dove un instancabile Don Giusto ha organizzato per i migranti una mensa e una Rete di scuole per l’apprendimento dell’italiano e l’avviamento professionale, tra i volontari troviamo anche ticinesi. Così è nata un’iniziativa di “frontalierato” al contrario: alcuni pensionati svizzeri ogni settimana preparano e servono i pasti alle persone in difficoltà accolte all’oratorio di Rebbio, forti dell’esperienza del Tavolino Magico, l’organizzazione creata nel 1999 da Fra Martino Dotta, che recupera da donazioni private e dalle catene commerciali ticinesi generi alimentari da distribuire alle persone bisognose del nostro territorio.

Non è più necessario intraprendere lunghi viaggi per essere missionari, si può esserlo anche a “Chilometro zero”.

Ora la grande sfida è quella della durata: occorre proseguire negli aiuti anche quando il coinvolgimento emotivo dei primi tempi sfuma. E soprattutto, occorre passare dal fare “per” loro al fare “con” loro, affinché le persone ritrovino autonomia e dignità.

I missionari in Africa a volte sacrificano la loro vita, come Suor Maria De Coppi, la comboniana uccisa a settembre in Mozambico; ma anche i missionari a Km zero hanno avuto i loro martiri della carità: a Como Don Roberto Malgesini, ucciso il 15 settembre 2020, prima di lui Don Renzo Beretta, colpito a morte il 20 gennaio 1999; purtroppo non mancano neppure problemi concreti di gestione e di ordine pubblico.

“La Chiesa è di tutti, ma particolarmente dei poveri” ha affermato di recente il Presidente della CEI Cardinale Zuppi. Ed è la gratuità la cifra del vero missionario: “Quando offri un pranzo o una cena, non invitare i tuoi amici… perché a loro volta ti invitino anch’essi e tu abbia il contraccambio. Al contrario, quando offri un banchetto, invita poveri, storpi, zoppi, ciechi… perché non hanno da ricambiarti. Riceverai infatti la tua ricompensa alla resurrezione dei giusti.” (Luca 14, 12-14).